“Le voci della fine della storia d’amore tra l’allenatore della Juventus e Ambra Angiolini sono sempre più insistenti”. Il lancio del servizio sulla consegna del tapiro d’oro alla conduttrice e attrice è questo ma Alessandro Siani continua: “Come l’avrà presa la bella showgirl? Vai, Valerio Staffelli”. È ben chiaro che siamo a Striscia la Notizia e che l’inviato storico sta per consegnare l’anacronistico premietto dorato ad Ambra. Perché? Se è vero che la vita di un personaggio pubblico ha da sempre i riflettori addosso, anche per quel che riguarda il lato privato (“La gente ama i pettegolezzi. È la cosa che più di ogni altra fa andare avanti l’industria dell’intrattenimento“), il tg di Antonio Ricci si sposta su un altro piano: raggiunge il soggetto dell’indiscrezione in un momento di comprensibile vulnerabilità per consegnare un simbolo di “attapiramento”. Da Treccani: “attapirato agg. [part. pass. di attapirare], scherz. – Di persona che ha ricevuto il premio satirico «tapiro d’oro»; per estens., amareggiato per aver subìto uno smacco, un insuccesso professionale, o per aver commesso un errore“. Quindi la domanda torna: “Perché?”. Ambra Angiolini, che classe, risponde con ironia all’incursione di Valerio Staffelli. Ma è la figlia Jolanda Renga, 17 anni, che dà conto di che tipo di teatrino abbia messo in piedi Striscia e lo fa con un post su Instagram diventato virale: “Oggi la mia mamma ha ricevuto un Tapiro in seguito alla pubblicazione di vari articoli sulla fine della sua relazione, ma il motivo non mi è chiaro”, scrive Jolanda. E aggiunge: “So bene che, in quanto personaggio pubblico, secondo alcuni è giusto che la sua vita, anche quella privata, venga sbandierata ai quattro venti, ma è davvero necessario infierire? Perché venire da lei a Milano? Perché non andare a Torino? Perché si è fidata della persona con cui stava e con cui ha condiviso quattro anni della sua vita? Ed Anche se, questa persona, alla fine si è rivelata diversa, la colpa è di chi si fida o di chi tradisce la fiducia e tradisce in ogni senso possibile? Cosa c’è di riprovevole o ‘perdente’ nel fidarsi e nell’amare? Quando si gioca si sta al gioco, sono d’accordo, ma questo non mi sembra il caso. E ditemi quello che volete, che sono pesante, che non so scherzare, che faccio questioni su problemi inesistenti, che i problemi veri sono altri ma a me non fa ridere. La sofferenza delle altre persone non mi diverte. E sì, mi sento di dirlo perché c’è di mezzo la mia mamma, ma lo penso a prescindere“. Grazie Jolanda, per questo. Hai scritto tutto, bene, non aggiungiamo altro.
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