Il 25 aprile 1995 Umberto Eco tenne, alla Columbia University, una conferenza dal titolo Il fascismo eterno. Non parlava solo di Mussolini e del Ventennio, e della tragica ideologia che portò l’Italia – tra lutti, dolore, e morte – all’alleanza con Hitler e alla Seconda guerra mondiale; parlava del fascismo che permane nel tempo, e assume forme nuove e abiti civili; di un modo d’essere – arrogante, autoritario, razzista, lontano anni luce dallo spirito critico… – che è presente anche oggi e che definisce “Ur-fascismo”, “fascismo eterno”, appunto. Ne parlo perché si torna a discutere di fascismo dopo l’inchiesta di fanpage, i saluti romani, il razzismo antiebraico e le ridicole giustificazioni di Giorgia Meloni: “voglio vedere l’intero girato”. In verità col fascismo in troppi non hanno ancora fatto i conti (non solo il partito di Meloni) ed è il caso di vedere dunque, per non fermarsi alla superficie dei fatti, in quante (e quali) forme “il fascismo eterno” è presente nel nostro paese.

1. Certo, in Fratelli d’Italia il fascismo è presente nelle forme più becere ed evidenti – riti, gesti, atteggiamenti, barzellette, pose, raduni, cameratismo – e la Meloni fingendo di non vedere lo alimenta e ne è responsabile; in verità quelle sono le radici del suo partito, lo sa bene, e da lì arrivano voti importanti; ergo, con quel mondo non vuole chiudere: prova a nasconderlo in certi momenti e lo vezzeggia in altri, lo coccola, e lascia che persista come zoccolo duro di Fratelli d’Italia. Su questo tema Gianfranco Fini fu decisamente più chiaro: “Il fascismo è il male assoluto”. Finché Meloni non dirà qualcosa di così forte, non ha piena legittimità per guidare una nazione fondata, costituzionalmente, sull’antifascismo.

2. Ciò detto, queste righe sarebbero incomplete se non parlassimo (anche) di altre forme di “fascismo eterno” presenti nel paese: insomma, il razzismo di Matteo Salvini che detesta i migranti e le politiche di accoglienza (da qui anche l’esultanza per la condanna esorbitante di Mimmo Lucano); l’odio ideologico per gli ultimi, i senza lavoro e il reddito di cittadinanza che li aiuta a vivere; il rifiuto dell’equità; la difesa cieca dei poteri forti che favorirono l’ascesa della Lega; cos’è tutto ciò se non, in varie forme e in veste nuova, un atteggiamento antico di stampo fascista? Fascismo eterno. Scrive Eco: il termine fascismo va ben compreso, “è possibile eliminare da un regime fascista uno o più aspetti, e lo si potrà sempre riconoscere per fascista… ritengo che si possano indicare una lista di caratteristiche” – l’abbiamo appena fatto con Salvini – “tipiche di quello che vorrei chiamare l’‘Ur-fascismo’ o ‘fascismo eterno’.”

3. La democrazia e fascismo. Da troppi anni in Italia si formano governi che non rispettano il risultato delle elezioni politiche; il popolo vota in una direzione e nascono governi di segno opposto. E’ normale? Un tempo si usavano altri metodi: una “bella” marcia su Roma e si risolveva il problema. Oggi non è più tempo di marce e il dominio del ceto plutocratico s’esprime in abiti civili attraverso la nomina calata dall’alto, per es., di un banchiere. La crisi della democrazia è evidente anche nel modo in cui si esercita il potere: insomma, un tecnico come Mario Draghi che bypassa i partiti, li ignora, li lascia parlare a vuoto e procede dritto verso l’obiettivo, non è più un tecnico (di cui la politica si serve) ma un capo che sottomette i politici e i partiti. Lungi da me l’idea di difendere Salvini (ho detto sopra cosa penso di lui), ma che Draghi presenti mezz’ora prima ai suoi ministri un importante testo da votare in Consiglio, è cosa che non sta né in cielo né in terra. Faceva così il duce coi suoi ministri (a proposito di Ventennio). E dunque e ancora: non è errato parlare, oggi, di forme light di fascismo eterno.

4. Di Matteo Renzi non dico. Basta solo ricordare che da Presidente del Consiglio e segretario del Pd si atteggiava a piccolo ducetto, ignorava la minoranza interna al partito, calpestava i lavoratori che doveva rappresentare, umiliava i sindacati, amoreggiava con Confindustria, eccetera: “con un linguaggio di sinistra faceva politiche di destra”. Fascismo eterno, appunto.

5. L’astensionismo. In una situazione così deteriorata (in cui il Pd che vince in tre città si illude d’esser pronto a vincere le politiche), ci si può meravigliare che il 50% dei cittadini non vadano a votare? Nell’astensionismo s’è rifugiata la massa dei grillini che non s’è riconosciuta in nessuna delle proposte odierne. Giuseppe Conte, se vuole intercettare quei voti, parli chiaro e faccia scelte nette (superando la subalternità a Draghi): giustizia, equità, lavoro, antifascismo; su quest’ultimo punto rilegga Eco: “Il fascismo eterno è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-fascismo può ancora tornare sotto spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme” (Umberto Eco, Il fascismo eterno, La nave di Teseo, p. 50). Alle forme camuffate di fascismo (anche in veste tecnocratica) non si soccombe; nel campo progressista urge una leadership chiara e autorevole, presto, il tempo dei tentennamenti è finito.

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