Il candidato battistrada, come dicono tutti i sondaggi, è Enrico Michetti, l’aspirante sindaco di centrodestra, ma gli inseguitori non sono lontani e soprattutto tra loro sono vicini. Il primo partito, di poco, è il Pd e anche in questo caso chi segue è vicinissmo: M5s, Fratelli d’Italia, la lista Calenda ma non (forse a sorpresa, forse no) la Lega. Se fosse servita una conferma dell’incertezza delle elezioni comunali di Roma, una riprova arriva da un sondaggio di Swg per il TgLa7. Quanto ai ballottaggi, la situazione – se possibile – è ancora più imprevedibile per via del gioco di travaso di voti da destra a sinistra e ritorno, a seconda di chi arriva al secondo turno. La premessa (che vale tendenzialmente per tutti i sondaggi politici) è che i dati sono elaborati su risposte valide di 1200 persone e che hanno un margine d’errore di circa il 3 per cento.

Il voto per i candidati
Michetti (centrodestra), secondo l’istituto demoscopico triestino, raggiungerebbe al primo turno preferenze dentro una forbice tra il 30 e il 34 per cento. Al secondo posto c’è Roberto Gualtieri (centrosinistra) che raccoglierebbe tra il 25 e il 29 per cento. Segue Carlo Calenda (sostenuto dalla sua lista) che prenderebbe, oggi, tra il 19 e il 23 per cento. Infine, tra i candidati principali, la sindaca uscente, Virginia Raggi (M5s) che avrebbe un consenso oscillante tra il 15 e il 19 per cento. Danno altre risposte tra il 2 e il 4 per cento delle persone che hanno risposto al sondaggio. Uno su 5 (il 19%) si dice indeciso: questo piccolo tesoretto di voti potrebbe essere anche decisivo per cambiare ulteriormente le carte in tavola in questo mese scarso che manca al giorno del voto.

Le liste di partito
La coalizione di centrodestra complessivamente avrebbe oggi il 35 per cento. Il primo partito dell’alleanza, a Roma, è di gran lunga Fratelli d’Italia (17,7 per cento), che in pratica doppia la Lega (9,1). Forza Italia, in questo schema, colerebbe a picco, sotto al 3 per cento, anche per la presenza della lista civica Michetti Sindaco che metterebbe insieme circa il 5 per cento.

Rispecchia più o meno il valore del proprio candidato, Gualtieri, la coalizione di centrosinistra. Il Partito Democratico sarebbe – di qualche decimale – la prima forza politica della Capitale, col 18,5 per cento e trainerebbe tutto il resto dell’alleanza. Basti pensare che il secondo partito della coalizione è Sinistra civica ecologista che raggiunge a fatica il 4 per cento.

L’inedita presentazione di una lista civica al fianco del simbolo del M5s non migliora le cose per Virginia Raggi: dalle liste a sostegno la sindaca non raccoglie più del 17 per cento circa. Si basa solo sulla lista civica che porta il suo nome il traino per la candidatura di Carlo Calenda: ad oggi prenderebbe il 17,6 per cento delle preferenze.

I ballottaggi: caos al cubo
Il gioco classico dei ballottaggi in cui il tasso di fedeltà del voto viene meno per lasciare spazio alla preferenze per il “meno peggio” (o addirittura contro: contro il “più antipatico”) fa sì che sia Carlo Calenda il candidato che potenzialmente avrebbe la chance di vincere il secondo turno (se ci arrivasse) contro qualsiasi candidato: trionferebbe contro Raggi, la spunterebbe con Michetti e Gualtieri, anche se la partita non sarebbe del tutto impossibile per i due candidati “tradizionali”. Tanto che i suoi sostenitori cominciano a dire che il “vero voto utile” è quello del primo turno, quello per scegliere lo sfidante di Michetti.

Gualtieri, da parte sua, sarebbe favorito contro Raggi (più largamente) e contro Michetti: in quest’ultimo caso di misura, con un margine del 2 per cento, che in una rilevazione di questo genere significa che sarebbe in pratica un testa a testa da “too close to call”.

Infine Michetti avrebbe la sicurezza di vincere al ballottaggio solo se la sua sfidante fosse la sindaca uscente, Virginia Raggi. Quest’ultima, almeno stando ai sondaggi Swg, non solo sembra non avere chance di arrivare al ballottaggio, ma non avrebbe possibilità di essere competitiva in nessuna ipotesi di secondo turno.

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