di Pietro Francesco Maria De Sarlo

L’attuale situazione post voto delle Amministrative mi ha fatto ricordare Queimada, un bellissimo film del 1969 diretto da Gillo Pontecorvo e interpretato da Marlon Brando.

In un’isola immaginaria delle Antille, dominata dai portoghesi, arriva un agente britannico, Walker-Brando, per fomentare la rivolta indipendentista del ceto dei proprietari terrieri, in modo da porre l’isola sotto l’influenza della Corona. Brando-Walker scendendo dalla nave conosce uno degli schiavi di colore che tagliano la canna da zucchero, che vivono in misere condizioni, che si offre di portagli le valige dicendogli “valigia, senor?” in cambio di qualche spicciolo. In questo modo Brando-Walker conosce José e lo spinge a mettersi a capo di una rivolta di schiavi e ad allearsi con la borghesia per ottenere l’indipendenza.

La rivoluzione riesce e si istaura il governo rivoluzionario. José si rende conto delle difficoltà del commercio della canna da zucchero e della propria inesperienza e si ritira dicendo al neo presidente Sanchez: “Ricorda che se voi vendete la canna noi la tagliamo”. José si rende ben presto conto che la situazione degli schiavi non è cambiata e quindi si mette a capo di una nuova rivolta, questa volta sedata nel sangue dagli inglesi. José viene impiccato rifiutando di essere salvato da Brando-Walter, che gli si era affezionato.

Brando-Walker riparte per l’Inghilterra ma al porto viene fermato da un uomo di colore che gli dice: “valigias senor?”. Il protagonista confuso si gira sorridendo perché aveva per un attimo scambiato la voce dell’uomo con quella di José. In realtà si tratta di un nuovo capo della rivolta incombente, che lo accoltella.

Quali sono le analogie? A seguito della crisi dei subprime la Germania impose alla Grecia, specialmente, ma anche all’Italia una cura lacrime e sangue. Per farlo si appoggiò all’élite germanofila e agli oligarchi italiani, proprietari di industrie e media. Il popolo in miseria trovò una guida (Grillo-Marlon) e si ribellò portando al governo il M5S (Conte -Sanchez). Una parte di questi rinunciò (José-Di Battista) e un’altra parte fu fagocitata dal sistema (Di Maio, Fico). Il potere è tornato nuovamente e saldamente in mano agli oligarchi (che proditoriamente si definiscono europeisti) e che lo avevano rovinato, seguendo le follie liberiste e la politica di potenza della Germania (l’Inghilterra nel film), grazie a Renzi che, con la sponda del Pd e del Colle (i borghesi filo inglesi del film), ha portato al governo Draghi (il sostituto di Sanchez). Gli italiani disillusi sono tornanti a “tagliare la canna” disertando in massa le urne.

Cosa accadrà ora? Il Pd, e il gruppo di potenti oligarchi che garantisce, considereranno chiusa la partita insediando sul Colle un altro garante del loro sistema di potere e riprenderanno imperterriti le scellerate politiche liberiste e classiste, che tanti disastri hanno fatto, oppure avranno capito che il fuoco cova ancora sotto la cenere e utilizzeranno le risorse trovate da Sanchez-Conte per riequilibrare la società italiana a favore dei ceti più deboli? Spero di cuore nella seconda opzione.

Nel frattempo gli elettori del M5S hanno già “ucciso” Grillo-Brando riconoscendolo per quello che, probabilmente, è sempre stato ossia un ‘agente’ per incanalare il dissenso e controllarlo e di certo Di Maio e Fico e gli altri comprimari accomodatisi su importanti poltrone non hanno più un minimo di credibilità verso la base che li ha eletti e la coperta Conte-Sanchez è troppo corta e strattonata per riconquistarla.

Alessandro Di Battista non sembra essere in grado di convogliare la protesta su un movimento significativamente alternativo, troppo identificato con un M5S che ha già tradito. Ma il punto vero – per dirla alla De André – è che “se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina”, sappiate che da qualche parte c’è qualcuno con un coltello pronto a dire “valigia, senor” e nessuno può dire come finirebbe questa volta.

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