La Sicilia boccia i sovranisti. È questo l’esito finale delle amministrative siciliane che hanno visto la conferma della vittoria del centrosinistra e in particolar modo dell’asse Pd-M5s, che vince nei Comuni chiave (San Cataldo e Lentini). Mentre i candidati di centrosinistra vincono anche a Favara (dove il sindaco è di Rifondazione) e Vittoria. La sfida all’interno del centrodestra sembra, invece, dar ragione a Fi e alla Dc del redivivo Totò Cuffaro, mentre va male Italia Viva nei pochi comuni in cui correva (e proprio adesso verrà presentato l’intergruppo all’Assemblea regionale Fi-Sicilia futura-Iv, previsto per martedì 26 alle 12). E di certo non va bene Fratelli d’Italia che perde in sei su 7 comuni in cui era presente col simbolo. Non brilla neanche il neo-leghista, Luca Sammartino, che perde la sfida etnea con Raffaele Lombardo e con Fi. Si votava domenica 24 e lunedì 25 ottobre per otto ballottaggi, dopo il primo turno del 10 e 11. E in questo secondo appuntamento elettorale perde soprattutto Giorgia Meloni che aveva scommesso sulla vittoria del suo candidato, Salvo Sallemi ma ha perso. A Vittoria, unica cittadina siciliana dove la leader di Fdi aveva fatto un comizio per sostenere Sallemi, ha vinto l’eterno Francesco Aiello, che diventa sindaco per la settima volta (su 9 candidature totali). A 76 anni, Aiello torna primo cittadino della cittadina ragusana, che ha governato per la prima volta nel 1978. Prima del Pci, poi Pds, poi Ds, Aiello, che non aveva aderito al Pd, era sostenuto dal Partito democratico, dalla lista di Claudio Fava e due liste civiche. Ha battuto Sallemi che era invece sostenuto da Fdi, Lega e Diventerà bellissima, il movimento di Nello Musumeci.

Si conferma così in Sicilia la vittoria del centrosinistra, quando al primo turno aveva incassato l’elezione in luoghi chiave come Caltagirone, dove aveva vinto il candidato sostenuto anche dal M5s, Fabio Roccuzzo.

Il centrosinistra vince in tutti e quattro i comuni in cui era al ballottaggio (su altri 4 la sfida era tutta interna al centrodestra), e il segretario regionale dei dem, Anthony Barbagallo festeggia: “Il Pd vince tutti i ballottaggi – commenta Barbagallo – insieme al M5s. Vinciamo anche a Favara in una sfida difficilissima e la sentitissima sfida di Vittoria. Anche nei ballottaggi il Partito Democratico marchia la differenza e da oggi inizia la riscossa che ci porterà verso le prossime elezioni Regionali”. Soddisfatto anche il presidente M5s Giuseppe Conte: “Ottime notizie dai ballottaggi in Sicilia dove si registrano vittorie importanti dei nostri candidati o comunque sostenuti dal M5s”, ha scritto su Twitter. “Un segnale importante in vista delle Regionali del 2022, che ci dà fiducia e ci sprona a dare sempre il massimo per tutti i cittadini”.

A Favara vince il candidato di Rifondazione Comunista Antonio Palumbo, che batte Salvatore Montaperto, sostenuto da Fdi e Diventerà bellissima, il movimento del presidente Nello Musumeci. “Sono stati riconosciuti la passione, l’impegno quotidiano e la politica pulita di un compagno che, con il nostro circolo intitolato a Peppino Impastato, ha sempre difeso i beni comuni, i diritti di tutte e tutti, la legalità e i principi della Costituzione” esulta il segretario nazionale del partito Maurizio Acerbo. Palumbo era sostenuto da due liste civiche e dal Pd e la vittoria è stata quasi a sorpresa visto che al primo turno si erano presentati due candidati di centrodestra: Montaperto, appunto, e Giuseppe Infurna, su cui avevano puntato Forza Italia, Lega e centristi e che aveva raccolto il 28 per cento. “Un sindaco operaio, del popolo, interno ai problemi quotidiani della gente comune, da sempre capace di legare bisogni e diritti con la loro proiezione istituzionale – lo descrive il segretario regionale Mimmo Cosentino – Siamo orgogliosi, lo abbracciamo assieme ai bravissimi compagni favaresi che lo hanno sostenuto con convinzione e sacrificio. Gli promettiamo di essere vicini in questa impresa, nella realizzazione di un progetto di autogoverno costruito dal basso, per affermare il bene comune, il riscatto di una cittadinanza che non intende piegarsi alle politiche liberiste, al malaffare, alle clientele, all’emigrazione, alla disperazione”.

A San Cataldo, invece, vince, sostenuto da Pd e M5s, Gioacchino Comparato, che batte il candidato di Meloni, Claudio Vassallo, mentre a Lentini vince Rosario Lo Faro, sostenuto da tutto il centrosinistra (asse Giallo-Rosso e sinistra) che batte il candidato renziano, Saverio Bosco (l’unico renziano ai ballottaggi). In queste due città – secondo i più maligni – a fare la differenza ci sarebbero stati i voti di Totò Cuffaro, che avrebbe spostato l’asse sul centrosinistra. Di sicuro la nuova Dc di Cuffaro, stando ai voti di lista al primo turno era andata bene in entrambi i comuni. Delusione, invece, per i candidati sostenuti da Luca Sammartino, che perde la sfida interna al centrodestra catanese: a Misterbianco vince Marco Corsaro, sostenuto da Fi (e anche da Fdi), contro Ernesto Calogero, sostenuto da Sammartino che è appena passato da Italia Viva alla Lega ma ha presentato una lista col simbolo del quadrifoglio e nessun riferimento al Carroccio. In questo Comune – dove si votava al primo turno, assieme a Torretta, entrambi sciolti per mafia – il Pd che puntava sull’ex primo cittadino, Nino Di Guardo, e andava senza l’appoggio del M5s, non ha raggiunto la soglia di sbarramento e non è entrato in consiglio comunale.

Restando ai piedi dell’Etna, il candidato sostenuto da Sammartino, Carmelo Pellegrito, perde contro il candidato di Raffaele Lombardo, Fabio Mancuso, adesso primo cittadino di Adrano. Fratelli d’Italia perde anche a Canicattì, dove sosteneva il candidato Cesare Sciabarrà e a Porto Empedocle contro il candidato sostenuto da Fi, Calogero Martello. Fdi perde in sei dei 7 comuni in cui aveva presentato il simbolo (Canicattì, San Cataldo, Vittoria, Favara, Porto Empedocle e Rosolini). Non va meglio per il movimento del governatore (movimento autonomo ma vicino a Fdi), che dopo avere perso la roccaforte Caltagirone nel primo turno (lì governava il braccio destro di Musumeci), ha perso a Favara, nonostante la sua consigliera regionale, Giusi Savarino, avesse sventolato il risultato della lista al primo turno: “A Favara siamo primi, aveva detto Savarino. “La chiave di lettura è semplice: queste amministrative sono il de profundis per il governo Musumeci”, così commenta il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro. Che continua: “I successi di oggi a Lentini, San Cataldo e Favara, uniti a quelli del primo turno di Caltagirone e Alcamo, dimostrano, da un lato, che il M5s del nuovo corso Conte è più vivo che mai e che con le alleanze giuste sui temi che interessano alla collettività è in grado di dire prepotentemente la sua – aggiunge – dall’altro comunicano la chiarissima volontà dei siciliani di chiudere al più presto con questo governo del nulla, di cui si ricorderanno, forse, solo i cavalli di Ambelia”.

Aggiornato il 26 ottobre 2001

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