Cinque razzi hanno illuminato l’alba di Kabul puntando verso l’aeroporto, dove rimangono ormai poche centinaia di militari americani intenti a lasciare il Paese nelle ultime ore utili. Le testate sono però esplose in aria, intercettate dai sistemi di difesa americani, e non hanno mietuto vittime o provocato danni a cose o persone, secondo quanto si è appreso fino ad ora. A rivendicare l’offensiva è stato nuovamente lo Stato Islamico nella provincia del Khorasan che su Telegram ha scritto: “Per grazia di Dio Onnipotente, i soldati del Califfato hanno preso di mira l’aeroporto internazionale di Kabul con sei razzi Katyusha“. Si tratta del secondo attacco sventato in appena due giorni, con la pressione sui soldati ancora in Afghanistan che continua ad alzarsi, dopo il raid americano di ieri che ha neutralizzato un gruppo di terroristi kamikaze a bordo di un’autobomba, provocando però anche la morte di 10 civili, tutti appartenenti alla stessa famiglia secondo quanto riferisce un parente al Washington Post, tra cui 6 bambini. Un’azione che è stata però condannata, come quella di due giorni fa, dai vertici talebani: il portavoce Zabihullah Mujahid ha infatti dichiarato che sono “illegali” gli “arbitrari” raid aerei condotti dagli Stati Uniti negli ultimi giorni a Kabul: “Condanniamo tali attacchi perché è illegale eseguire attacchi arbitrari in altri Paesi. Se c’era una potenziale minaccia, doveva essere segnalata a noi, non compiere un attacco arbitrario che ha provocato vittime civili”.

Politico, intanto, basandosi su tre conference call classificate del Pentagono, riporta che la Difesa americana era a conoscenza di un imminente “evento con vittime di massa” all’aeroporto di Kabul, tanto che i comandanti sul campo proposero un piano per chiudere anche l’Abbey Gate entro il pomeriggio di giovedì. Ma gli Usa decisero di mantenere aperto l’ingresso per consentire agli alleati britannici di continuare l’evacuazione del loro personale, basato al vicino Baron Hotel. E alle 18 locali c’è stato l’attentato kamikaze che ha ucciso 200 persone, tra cui 13 militari statunitensi.

La Casa Bianca, intanto, ha confermato il tentato attacco missilistico spiegando che “le operazioni continuano senza interruzioni”, come scritto in un comunicato dalla portavoce Jen Psaki. “Il presidente è stato informato che le operazioni continuano ininterrotte all’aeroporto di Kabul e ha riconfermato l’ordine che i comandanti raddoppino gli sforzi per dare priorità e fare tutto il necessario per proteggere le nostre forze a terra”, si legge.

Il Centcom americano commenta anche gli sviluppi del raid con drone con il quale ieri è stato neutralizzato un altro gruppo di terroristi che si stavano dirigendo a bordo di un’auto imbottita di esplosivo verso lo scalo della capitale. “Siamo a conoscenza delle informazioni su morti fra i civili in seguito al nostro raid a Kabul, in Afghanistan. Stiamo ancora valutando gli esiti del raid che ha distrutto una minaccia imminente all’aeroporto. Sappiamo che ci sono state forti esplosioni in seguito alla distruzione del veicolo, il che indica la presenza di un grande ammontare di esplosivo che potrebbe aver causato le vittime. Saremmo molto rattristati da una potenziale perdita di vite innocenti”, hanno dichiarato i militari.

Intanto, con la coalizione occidentale che sta concludendo il piano d’evacuazione dal Paese, gli Stati iniziano a fare pressione sui Taliban affinché anche da parte loro vi sia il rispetto degli accordi prestabiliti, soprattutto riguardo l’uscita dal Paese dei civili anche dopo il 31 agosto. “Quasi 100 Paesi” hanno firmato una dichiarazione sulle “rassicurazioni dei Taliban” a consentire lo spostamento “in sicurezza” fuori dal Paese degli stranieri e degli afgani muniti di autorizzazione di viaggio dai singoli Stati. I Taliban “saranno ritenuti responsabili di questo impegno” che hanno preso, ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken.

Mosca: “No al congelamento delle riserve internazionali afghane”
Dopo che nelle ultime ore si sono verificati scontri fuori dalle banche del Paese a causa dello stop all’emissione di liquidità che sta mettendo in ginocchio la popolazione, con l’economia che si sta fermando e le famiglie che sono a corto di contante per acquistare anche beni di prima necessità, Mosca critica il congelamento delle riserve internazionali dell’Afghanistan e propone l’apertura di corridoi umanitari per la consegna degli aiuti alla popolazione, come dichiarato dal rappresentante presidenziale russo per l’Afghanistan e direttore del secondo dipartimento asiatico del ministero degli Esteri, Zamir Kabulov. “Se i nostri colleghi occidentali hanno davvero a cuore il futuro del popolo afgano, non dovrebbero creare ulteriori problemi alle persone, come il congelamento delle riserve internazionali dello Stato afghano conservate nelle banche degli Stati Uniti“, ha detto citato da Interfax. Al contrario, adesso è il momento di “aprire corridoi umanitari per la consegna degli aiuti alla popolazione, cioè non si dovrebbe creare un ulteriore incentivo per le persone a fuggire dal Paese”. Altrimenti si provocherà un’ulteriore crescita delle esportazioni di oppiacei e l’ingresso delle armi statunitensi, abbandonate dalla coalizione, sul mercato nero, ha concluso.

Kabulov ha inoltre aggiunto che è necessaria la convocazione di una “conferenza internazionale” che veda la partecipazione “dei Paesi i cui eserciti sono stati di stanza lì per 20 anni e hanno fatto quello che vediamo oggi” per discutere “la ripresa economica dell’Afghanistan. È un punto d’onore e di coscienza correggere almeno alcuni degli errori che hanno fatto”, ha aggiunto.

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