La nave “Geobarents” di Medici senza frontiere si trova a a una trentina di miglia dalla costa meridionale della Sicilia, davanti al tratto tra Licata e Sciacca, nell’Agrigentino. Ha 322 persone a bordo e da giorni chiede un porto sicuro senza ottenere risposta. Fra i migranti donne e bambini, il più piccolo ha appena due settimane.

Nel pomeriggio Cecilia Strada ha lanciato un appello per chiedere un immediato approdo della nave, con un tweet: “Hanno bisogno di scendere, al più presto”. Solo pochi giorni fa si trovava a bordo della ResQpeople, che ha salvato 160 persone facendole sbarcare ad Augusta, nel Siracusano, il 17 agosto.

A Lampedusa, a poche miglia a ovest della Geobarents, si registra l’arrivo in mattinata di quattro tunisini e di 24 nel pomeriggio, fra questi quattro donne (due in gravidanza) e due minori accompagnati. Sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola, da dove questa mattina sono stati trasferiti 204 ospiti, portati sulla nave quarantena Atlas che ha attraccato a Cala Pisana. Il quadro nell’area è di relativa calma rispetto alle ultime ore (erano arrivate qui le tre imbarcazioni erano con a bordo oltre 160 nordafricani).

Nella serata del 21 agosto altri 50 migranti erano stati trasferiti da Lampedusa con la nave di linea diretta a Porto Empedocle e arrivata stamattina a destinazione.
All’interno della struttura d’accoglienza restano, al momento, poco più di 400 persone, a fronte di una capienza massima di 250. E sempre il 21 agosto a Levanzo (Isole Egadi) è morto un migrante tunisino per annegamento.

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