Ci vogliono 150 mila dollari per scendere 3.800 metri di profondità e ammirare ciò che resta del Titanic inabissato nel Mar Atlantico. Non è una gita tendenza Ventimila leghe sotto i mari ma puro business che sdoganerà definitivamente le escursioni sottomarine per osservare da vicino la «carcassa» della nave più famosa della storia, sulla quale il 10 aprile del 1912 salparono 1300 persone (più 900 di equipaggio) e sopravvissero all’affondamento solo in 700. La prima delle immersioni partirà oggi 5 luglio, ma lista di attesa si è allungata in maniera inaspettata, forse anche per via delle notizie che arrivano dagli abissi: l’erosione, i batteri, la flora e la fauna sottomarina, nonché le correnti profonde del nord dell’oceano stanno lentamente facendo scomparire ciò che resta dell’imbarcazione andata a picco centonove anni fa, durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York, dopo essersi schiantata contro un iceberg. Un secolo dopo, il relitto sta dunque scomparendo per sempre e così è partita la corsa al tour degli abissi.

La prima “truppa” che scenderà quattromila metri sotto il mare sarà composta da biologi marini, ricercatori ed esperti chiamati ad analizzare il livello di corrosione della struttura e fornire dati scientifici utili anche ad altre ricerche su altri relitti. Il team messo assieme dalla OceanGate Expeditions raccoglierà materiale in 4K da utilizzare in film, documentari ma persino per videogames ed eventuali serie in lavorazione. L’obiettivo? Capire il livello di deterioramento del transatlantico di cui si prevedere che nell’arco di un decennio potrebbe non restare più nulla, soprattutto a causa dell’erosione dei batteri marini, che ogni giorno intaccano decine di chili di ferro. Chissà dunque che spettacolo unico si troveranno davanti agli occhi i quaranta super ricchi che hanno già staccato l’assegno da 126 mila euro circa per partecipare al progetto e immergersi grazie al piccolo sommergibile in carbonio con una prua trasparente, costruito per reggere la forte pressione delle profondità oceaniche. Ad ogni viaggio prenderanno parte solo sei persone, che hanno dovuto superare una puntuale selezione basata oltre che sul conto in banca anche su accurati test fisici: la discesa dura novanta minuti, la perlustrazione intorno al relitto circa tre ore, poi ci vuole un’altra ora e mezza per risalire in superficie e nel complesso il viaggio per raggiungere il punto di inabissamento e poi rientrare alla base a sud di Terranova, in Canada, è di quasi due giorni. “L’oceano si sta prendendo il Titanic e noi abbiamo bisogno di documentarla prima che diventi irriconoscibile”, ha spiegato Stockton Rush l’ideatore del progetto. Del resto, lo scorrere del tempo ha già provocato danni irrimediabili: parti dell’enorme struttura, a cominciare dello scafo dove si trovavano i lussuosi alloggi degli ufficiali, sono già collassate così come è scomparsa da anni la balaustra da cui l’equipaggio gridò l’Sos «Iceberg, proprio davanti». Ma non è tutto perché ora rischia grosso ora anche la ringhiera di prua, resa leggendaria nella scena da Oscar in cui Leonardo DiCaprio, nei panni di Jack, abbraccia da dietro Kate Winslet (Rose) e pronuncia l’iconica frase «Reggiti, tieni gli occhi chiusi: ti fidi di me?». Tra dieci anni, di tutto questo potrebbero restare solo delle immagino in alta definizione e nulla di più.

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