di Melania Ferrucci

In questi anni deputati e senatori del M5s sono stati etichettati in vari modi e ce n’è uno in particolare che mi torna in mente in questo momento. Ma andiamo con ordine.

Chi segue le vicende del Movimento, che sia un suo elettore o semplicemente una persona interessata alle vicende politiche, non ha potuto non notare l’estenuante attesa che avrebbe dovuto portare alla ri-fondazione del Movimento. Alcuni hanno evitato di infierire riguardo la per nulla appassionante diatriba tra Casaleggio e il Movimento stesso per la restituzione dei dati degli iscritti, una soap che non ci ha appassionato per niente e che, chiarisco, non ci appassiona neanche ora.

Arrivati dunque alla conclusione di tanto noiosa storia, attendevamo con ansia la presentazione del nuovo statuto, per una ragione che forse sfugge a molti degli eletti dei 5stelle – e cioè non per continuare a parlare senza sosta dei due mandati, del simbolo, della nuova sede o altro, quanto per permettervi finalmente di avere un’organizzazione interna che vi mettesse nelle condizioni di iniziare, alla buon’ora, a fare politica all’interno di questo osannato governo dei migliori (!).

L’arrivo di Beppe Grillo a Roma, dopo giorni burrascosi di trattative con Giuseppe Conte, avrebbe dovuto sancire la fine di questo travagliato percorso e lasciarvi ripartire. Sappiamo benissimo che non è andata così. Ecco, quello che mi stupisce di più di questa vicenda non è tanto lo show di Grillo davanti ai gruppi parlamentari: in fondo da uno come lui che altro dovevamo aspettarci, non certo la calma glaciale del povero Conte che decide, bontà sua, di non rispondere a caldo alle farneticazioni che si sono susseguite durante il pomeriggio.

No, quello che mi ha stupito di più è stata la reazione dei vari deputati e senatori del Movimento. Applausi, risate, selfie, battute del tipo Grillo è tornato, Grillo si riprende il Movimento, insomma una grande festa prima dello sfascio totale. Ora, io non so se voi (onorevoli?) vi rendete conto della situazione in cui siete finiti, evidentemente no. La cosa peggiore, a mio parere, non è tanto l’inspiegabile superficialità con la quale state affrontando questa situazione, quanto il fatto che state commettendo l’errore più grave che un partito/movimento possa fare: pensare che tale partito o movimento appartenga a voi e soltanto a voi, perché noi, elettori e non, non possiamo capire l’affetto che vi lega a Grillo, il fatto che lui “è fatto così”, i bei tempi andati quando giravate per le piazze e via dicendo.

Lasciatemi allora rispondervi con un po’ della vostra sana retorica: voi siete lì per noi cittadini, per portare avanti le nostre istanze, siamo noi che paghiamo il vostro lauto stipendio e certo non lo facciamo per permettervi di assistere ad uno spettacolo fuori programma di Grillo, che fra l’altro ormai fa ridere solo voi. Ora credo sia inulte ricordarvi che senza Conte, e dopo questo casino, non avrete più nessuna credibilità, perché lui magari non sarà andato nelle piazze, ma ha governato il paese durante uno dei momenti più difficili della storia recente e portato a casa i soldi che ci permetteranno (speriamo) di non affondare definitivamente.

Alle prossime elezioni, quindi, se ci arriverete senza Conte, dovrete forse accontentarvi di un 4 o 5 per cento e non so ancora se vi vedremo esultare perché avrete passato la soglia di sbarramento, o forse invece vi vedremo allibiti e increduli per la batosta presa; ma dai, non ci pensate e tiratevi su, in fondo potete contare non solo sul Ministro degli Esteri più bravo della storia, ma anche su un garante visionario.

E concludo tornando quindi alle prime righe: tra i molti modi, spesso offensivi, con i quali vi hanno chiamato in questi anni, ce n’è uno che mi ha sempre lasciato un po’ interdetta, scappati di casa. Ma che significa esattamente? Non lo so, ma date le vostre ultime performance mi sembra calzi a pennello.

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