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Veleno, la nuova attesissima serie di Amazon Prime su “i diavoli della bassa modenese”: tra pedofilia e satanismo, ecco i dettagli

Veleno narra di una misteriosa e oscura vicenda di riti satanici con bimbi, adulti e un prete che però secondo le sentenze processuali non è mai accaduta. Il set degli eventi evocati e mai verificati come tali è quello di Mirandola, Finale Emilia e Massa Finalese, tre paesi della bassa modenese, tra il 1997 e il 1998

di Davide Turrini

Pedofilia, satanismo e “i diavoli della bassa modenese” sono finalmente su Prime Amazon. Cinque episodi della serie intitolata Veleno sono online da poco meno di 24 ore. Impossibile capire se è stato battuto qualche record di click (i grandi player dello streaming non forniscono dati ufficiali sul numero di spettatori ndr), ma stiamo parlando di uno dei prodotti più attesi sulle piattaforme online di questo inizio 2021, tanto che la sfida è aperta con Netflix che fa debuttare proprio oggi Divin Codino, il film su Roberto Baggio.

Veleno narra di una misteriosa e oscura vicenda di riti satanici con bimbi, adulti e un prete che però secondo le sentenze processuali non è mai accaduta. Il set degli eventi evocati e mai verificati come tali è quello di Mirandola, Finale Emilia e Massa Finalese, tre paesi della bassa modenese, tra il 1997 e il 1998. Oltre venti persone, tra cui un prete – Don Govoni – furono accusate di far parte di una setta chiamata “I diavoli della Bassa Modenese” che, secondo l’accusa, sarebbe stata colpevole di riti satanici a sfondo pedofilo su alcuni bambini. Da questa vicenda il giornalista Pablo Trincia pubblicò nel 2019 il libro Veleno tratto dall’omonimo poadcast pubblicato sempre da Trincia su Repubblica nel 2017.

Trincia aveva raccontato come alla fine degli anni novanta tra alcuni paesini della bassa, tra campi, cascine e banchi di nebbia, sedici bambini vennero tolti dalle loro famiglie e trasferiti in località protette. I genitori di questi bimbi erano sospettati di appartenere ad una setta di pedofili satanisti che compiva macabri rituali nei cimiteri sotto la guida di un prete. Le testimonianze raccolte però, furono solo di bambini e mai di nessun adulto. Testimonianze raccolte da psicologi e assistenti sociali che vedevano al centro una rete di mostri sterminata composta da genitori, parenti e conoscenti. Dopo venti anni dai fatti però la verità processuale, stabilita in ben cinque diversi procedimenti, ha accertato che non ci furono né riti satanici né omicidi.

Al centro della cancellazione della pista satanista, come da sentenza della Cassazione del 2002 c’è l’ipotesi che le tecniche di interrogatorio dei bambini compiute da assistenti sociali e psicologi avessero portato a quello che Trincia descrive molto bene nel suo libro “il falso ricordo collettivo” creato artificialmente nella mente dei bambini: “È una deviazione della memoria, che porta alla creazione di finzioni nella nostra testa che non distingui più dai ricordi veri”. La serie true crime di Amazon è stata scritta e diretta da Hugo Berkeley e prodotto da Fremantle Italia.

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