In aprile sono stati 2,8 milioni i percettori del reddito di cittadinanza, per un importo medio a nucleo di 557 euro. I dati diffusi dall’Inps testimoniano ancora una volta che gli attuali requisiti per ottenere il beneficio penalizzano, oltre ai cittadini extracomunitari, anche le famiglie del Nord Italia dove la vita costa di più: visto che la norma sul rdc non prevede distinzioni geografiche, il risultato è che nella sola città di Napoli i beneficiari (452.145) sono stati più che nelle due maggiori regioni del Nord, Lombardia e Piemonte (rispettivamente 253.597 e 158.231). E in Campania sempre in aprile le persone coinvolte erano quasi 700.000, un numero che supera quello dell’intero Nord con 254.785 famiglie e 509.459 persone coinvolte. Anche gli importi al Sud sono mediamente più alti (con più persone coinvolte per famiglia) con 627 euro medi a famiglia in Campania e 481 medi in Lombardia. L’importo medio nel Mezzogiorno è di 590 euro.

Queste disparità sono legate appunto alla mancata considerazione delle differenze di costo della vita tra Nord e Sud. Differenze che invece l‘Istat tiene presenti nel calcolare le soglie di povertà assoluta: per esempio una coppia con figli sotto i 10 anni che viva nella periferia di un’area metropolitana del Nord è considerata povera in senso assoluto se può contare su meno di 1.610 euro al mese, mentre secondo l’istituto di statistica la soglia di povertà per una famiglia con la stessa composizione che abiti in un piccolo come del Sud scende a 1.222 euro. Anche questo aspetto, così come le scale di equivalenza che vanno a svantaggio delle famiglie numerose e l’esclusione degli immigrati con meno di 10 anni di residenza in Italia, è in fase di analisi da parte del comitato per valutazione del reddito istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Tornando ai dati, nel mese di aprile la distribuzione per macro aree geografiche vede 1,9 milioni di persone coinvolte nelle regioni del Sud e Isole, 509mila nelle regioni del Nord e 372mila in quelle del Centro. La regione con il maggior numero di persone coinvolte è appunto la Campania con 692mila individui, seguita dalla Sicilia con 556mila, dalla Puglia con 265mila e dal Lazio con 240mila. I nuclei con minori sono 410mila, quelli con disabili 208mila.

L’86,1% delle prestazioni è erogato a cittadini italiani, il 9,2% a cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno, il 4% a cittadini europei e lo 0,7% a familiari di tutti i casi precedenti.

Articolo Precedente

Le imprese alla prova del Covid-19: tra continuità operativa e tutela dei lavoratori

next
Articolo Successivo

Il Papa taglia gli stipendi ai dipendenti vaticani. Parte la protesta: “Per noi il futuro sostenibile non esiste. Abolire i privilegi dei manager laici”

next