Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti a La seduta spiritica, Le cose possono cambiare, Il paradiso per sottrazione

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

LE COSE POSSONO CAMBIARE - 2/3

Ode alle relazioni autentiche, imperfette, disastrose quasi. E all’arte preziosissima di averne cura e di saper tenere insieme i pezzi. Le cose possono cambiare (Corbaccio) è il l’ammaliante romanzo d’esordio della scrittrice tedesca Miku Sophie Kühmel, capace di un sublime e a tratti estenuante lavoro di introspezione nei suoi personaggi. Tutto ruota infatti intorno a Max e Reik, una coppia omosessuale che decide di festeggiare il proprio ventesimo anniversario di fidanzamento trascorrendo un fine settimana nella casa al lago, in compagnia del loro amico più caro, Tonio, e di sua figlia Pega. Le prime pagine del libro descrivono un quadretto quasi idilliaco: una coppia profondamente innamorata, un’amicizia solida e un legame praticamente familiare ad unire i quattro. Poi però le cose possono cambiare, appunto. Basta una passeggiata in riva al lago a incrinare quel meccanismo perfetto e aprire uno squarcio profondo sulle vere vite dei protagonisti. Ognuno di loro racconta una parte della storia dal suo punto di vista, con una narrazione lucida anche se a tratti dispersiva, un lunghissimo monologo interiore che svela al lettore i segreti nascosti negli angoli più reconditi delle loro menti, quelli che a stento ammettono a se stessi. L’archeologo Max si conta i capelli bianchi e prende finalmente consapevolezza del fatto che deve iniziare a vivere davvero la sua vita; Reik, artista di successo, si trova a fare i conti con i sui demoni interiori, diviso tra quel primo amore di gioventù con Tonio, quello più maturo con Max e il desiderio di avere un figlio, dopo aver cresciuto con fare paterno Pega. Tonio nasconde a tutti loro un segreto, mentre Pega…eh, anche lei ha i suoi tormenti, che culminano nel dolcissimo e struggente dialogo finale tra le braccia di Max. Man mano che ci si addentra nella lettura il quadro completo delle loro vite si mette a fuoco, un puzzle di migliaia di tessere precariamente incastrate che ad un certo punto, inevitabilmente, si disfa. L’autrice sottolinea proprio questo momento di rottura mettendolo al centro del libro e concretizzandolo con l’immagine della preziosa tazza da tè giapponese di Max che cade a terra, si frantuma ma poi si aggiusta così bene che neanche ci si ricorda più che si è rotta. Voto (struggente come le vite dei quattro anti-eroi): 8.

LE COSE POSSONO CAMBIARE - 2/3
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