Dagli scienziati ai giardinieri, dai giornalisti della collegata Tele Venafro alle donne delle pulizie, fino ai collaboratori esterni. Sono tutte vaccinate le persone che orbitano intorno alla Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di proprietà dell’europarlamentare Aldo Patriciello (Forza Italia), anche lui già immunizzato, attorno al quale gravitano e lavorano diverse società. Mentre solo un 80enne su tre, in Italia, ha ricevuto le dosi di vaccino contro il Covid, il polo ha fatto richiesta per 900 dosi da iniettare ai propri dipendenti, anche coloro, come ha dimostrato un servizio di Piazzapulita, che in clinica non si recano mai e che quindi, secondo il piano vaccinale italiano, non avrebbero diritto a ricevere il farmaco immunizzante. Questo in una regione, il Molise, dove anziani con patologie come la bronchite cronica ostruttiva si sono prenotati da un mese ma non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione o somministrazione.

La giornalista del programma di La7 ha accesso alla struttura e, chiedendo alle persone che incontra se si fossero sottoposte al vaccino, riceve da tutte una risposta affermativa. Tra queste ci sono persone poco più che trentenni, che non operano all’interno della clinica, uomini e donne di mezza età che lavorano nella redazione della testata e anche Patriciello, 64 anni, che ai microfoni del programma difende la scelta dell’azienda: “Se lei si vaccina – dice rivolgendosi alla giornalista – non è che fa qualcosa di male”. Quando gli viene fatto notare che il piano vaccinale stabilisce delle categorie prioritarie risponde: “Ma la legge non esiste. Ritengo veramente che non ci sia niente di male”.

Quando i giornalisti chiedono alla Regione chi avrebbe dovuto controllare la lista inviata da Neuromed, la risposta di Michele Colitti, uno dei componenti della cabina di regia che si occupa della programmazione vaccinale in Molise, risponde: “Non posso mettermi a controllare nome per nome e vedere il lavoro che fanno all’interno delle strutture sanitarie”. Ma la struttura commissariale, con una nota al programma, ha definito la situazione descritta dalle telecamere “spiacevole e getta ombre sulla campagna vaccinale”.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Vedo che la ministra Gelmini afferma che è ora di dire basta alle furberie nella somministrazione del vaccino. Allora già che c’è faccia una telefonata all’europarlamentare del suo partito Patriciello e si faccia spiegare perché in Molise, come riferiscono diversi organi di stampa, oltre a far vaccinare i dipendenti della struttura sanitaria di sua proprietà abbia fatto vaccinare anche il personale della tv locale di sua proprietà e immagino anche altre persone che non ne avevano diritto. Un’altra pagina vergognosa nella gestione sanitaria del Molise. Mi auguro che nelle prossime ore il ministro Speranza attivi i Nas per le indagini del caso e che si muova anche la magistratura. Comunque noi presenteremo in Parlamento un’interrogazione al governo perché venga fatta chiarezza”.

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