Il governo italiano? “In subappalto“. Con tanto di cartello appeso alla porta della sede romana della multinazionale e società di consulenza McKinsey, che recita: “Sede decentrata” dell’esecutivo Draghi. Con un flash mob provocatorio il movimento civico ‘Liberare Roma‘ ha contestato la scelta del ministero dell’Economia e delle finanze di affidare alla società McKinsey l’incarico di collaborare alla stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), valutando costi e impatto dei diversi progetti inseriti nel Recovery Plan.
“Ci ricordiamo gli strepiti, le polemiche e le accuse contro Conte sulla volontà di esautorare il Parlamento per la ‘cabina di regia‘. Prendiamo atto, evidentemente, che al governo Draghi è concesso di andare oltre, con un affidamento privato per la gestione delle linee strategiche di un interesse pubblico generale come non si vedeva dai tempi del piano Marshall”, ha attaccato sarcastico Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII municipio capitolino e portavoce del movimento ‘Liberare Roma’. “Per questo abbiamo deciso di rivolgerci al ‘governo sostanziale’ del nostro Paese, presentando le nostre proposte per la Capitale, perché non vorremmo che il Recovery targato McKinsey sia il solito programma di privatizzazioni e depredazione dei beni comuni”, hanno attaccato dal movimento civico romano. Ricordando come, dietro l’affaire McKinsey, ci sia “non soltanto una questione politica, ma anche di gestione di informazioni di interesse pubblico e generale. Le aziende che lavoreranno con questa società potranno avere accesso a dati sensibili che non sappiamo dove possano finire”.
Presenti al flash mob anche la senatrice Pd Monica Cirinnà e il deputato e segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Ci sono questioni di metodo e di merito che non ci convincono. Intanto non sappiamo nulla del nuovo Recovery, paradossalmente le commissioni lavorano su un testo che non ci sarà più e che nessuno sa ancora quale sarà”, ha spiegato. Per poi attaccare: “McKinsey è una scelta discutibile, sia perché si continua a investire su consulenze esterne e società private, ma anche perché la stessa è coinvolta in vicende opache e discutibili in giro per il mondo: ha collaborato con l’amministrazione di Donald Trump nelle politiche repressive contro l’immigrazione. E ha dovuto pagare risarcimenti milionari per il proprio ruolo nell’alimentare il fenomeno di dipendenze da oppiacei negli Stati Uniti”, ha attaccato Fratoianni, che ha anche presentato un’interrogazione parlamentare in merito al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Economia e delle Finanze. E ancora: “Il punto non è quanti soldi si danno a McKinsey, la risposta del Mef è insufficiente. Intanto quanti contratti ha? A quali informazioni ha accesso?”.
Non è l’unico ad attaccare. “Quest’affidamento è sicuramente molto peggio della cabina di regia, nella quale avremmo potuto mettere le più grandi professionalità italiane. Draghi deve darci una spiegazione, serve maggiore trasparenza“, ha attaccato Monica Cirinnà, esponente di quel Pd che, in gran parte, non lesinò a sua volta critiche a Conte per la ‘cabina di regia’ sulla quale voleva puntare lo stesso ex premier prima della caduta del precedente esecutivo. Ma se il partito si prepara alla complessa assemblea nazionale dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario, la senatrice avverte: “Se sarà Letta a guidarci, dovrà dirci quali sono le sue linee programmatiche. Perché non potremmo votare tutto a scatola chiusa”.
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