“Non è possibile essere ben informati sull’Arabia Saudita e allo stesso tempo sostenere che il principe ereditario Mohammad bin Salman sia un riformatore”. Hatice Cengiz, la compagna di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente ucciso il 2 ottobre 2018 all’interno del Consolato saudita di Istanbul, continua a chiedere giustizia dopo la diffusione del report dell’intelligence americana secondo cui il principe ereditario è il mandante dell’omicidio del suo amante e torna ad attaccare Matteo Renzi che, nei giorni scorsi, ha tentato di difendere la sua scelta di recarsi alla Davos del deserto come membro della fondazione Future Investment Initiative voluta proprio da Mbs, pagato fino a 80mila euro all’anno, pubblicando sul suo profilo Twitter un’auto-intervista che, secondo lui, dovrebbe chiarire tutti i punti relativi alla sua partecipazione con tanto di elogi della monarchia, fino a ipotizzare un “nuovo Rinascimento” nel Paese del Golfo. “Proprio non capisco perché lo abbia fatto – ha dichiarato Cengiz in un’intervista all’Ansa – Forse deve cercare di capire meglio la realtà della situazione in Arabia Saudita e cosa bin Salman ha fatto a Jamal”.

Parole che assomigliano molto a quelle rilasciate al Fatto Quotidiano all’inizio di febbraio, quando aveva dichiarato che “la storia giudicherà chi loda il regime saudita”, proprio in riferimento al senatore di Rignano. E che assomigliano anche a quelle, sempre raccolte dal Fatto, di Bryan Fogel, autore e regista di The Dissident, il documentario sulla vicenda Khashoggi: “Renzi dovrebbe sotterrarsi per quegli elogi all’Arabia”.

A chi le chiede se il report dei servizi americani riconsegni un minimo di giustizia a lei e al suo compagno, Cengiz risponde: “Penso che non sia stata fatta giustizia in alcun modo per l’uccisione di Jamal. Ora sappiamo che Mohammed bin Salman può ordinare l’omicidio di una persona innocente e, anche dopo che tutti hanno saputo ciò che ha fatto, non c’è ancora alcuna punizione. Io penso che debbano esserci sanzioni contro il principe. Servono azioni e non solo parole”.

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