Giustizia & Impunità

“Alla società della Mare Jonio soldi in cambio del salvataggio di 27 migranti”: 4 indagati

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“Alla società della Mare Jonio soldi in cambio del salvataggio di 27 migranti”: 4 indagati

“Alla società della Mare Jonio soldi in cambio del salvataggio di 27 migranti”: 4 indagati

L’indagine è su un accordo commerciale stipulato tra la petroliera Maersk Etienne e la società armatrice della Mare Jonio, la Idra. Nel registro degli indagati l’amministratore della società, l’amministratore di fatto, Beppe Caccia (ex assessore a Venezia nella giunta Cacciari) e Alessandro Metz, il comandante della nave, Pietro Marrone, e Luca Casarini, che figura come dipendente: si tratta dello storico leader delle "tute bianche", il movimento nato all'interno dei no global tra la fine degli anni 90 e il 2000

Un salvataggio in mare di persone in cambio di soldi. Questa è la pesante accusa mossa dalla procura di Ragusa nei confronti dei vertici della società armatrice della Mare Jonio, la Idra srl, una società della cui nascita fu dato annuncio nel 2019, nata nell’area dei centri sociali del Veneto, dopo le polemiche nate per la gestione degli sbarchi dell’allora vicepremier Matteo Salvini. Ma nessuna Ong è indagata: “Non c’è nessun’indagine sulla Ong Mediterranea Saving Humans”, dice Fabio D’Anna, capo della procura ragusana al fattoquotidiano.it. L’indagine su un accordo commerciale stipulato tra la petroliera Maersk Etienne e la società armatrice della Mare Jonio, la Idra: questo c’è sotto la lente della procura di Ragusa che ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore della società, Beppe Caccia (ex assessore a Venezia nella giunta Cacciari), l’amministratore di fatto, Alessandro Metz, il comandante della nave, Pietro Marrone, e Luca Casarini, che figura come dipendente: si tratta dello storico leader delle “tute bianche”, il movimento nato all’interno dei no global tra la fine degli anni 90 e il 2000, che si è poi avvicinato agli ambienti di Sinistra italiana prima di dedicarsi al salvataggio dei migranti nel mar Mediterraneo. Sono tutti accusati di favoreggiamento di immigrazione clandestina e di una serie di violazioni del codice della navigazione. Indagati perché ai vertici della Idra e non per ruoli ricoperti nella Ong.

All’origine dell’indagine della procura siciliana un salvataggio in mare della scorsa estate. Il 5 agosto la petroliera Maersk Etienne salva dal naufragio 27 migranti ma rimane senza possibilità di attraccare. La situazione si sblocca l’11 settembre quando la Mare Jonio prende a bordo i migranti. Una volta sbarcati a Pozzallo però, scattano le indagini. Ci sono una serie di intercettazioni a riprova che il trasbordo dalla petroliera alla Mare Jonio sia avvenuto in cambio di soldi: “Dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, in virtù del quale quella della Mare Jonio ha percepito un’ingente somma quale corrispettivo“, così scrive in una nota la procura di Ragusa. Un accordo e un solo episodio, finora contestati ai vertici della Idra, ma oggi sono scattate le perquisizioni in alcune abitazioni, a Palermo, dove risulta residente Casarini, a Trieste a Venezia, Mazara del Vallo, nel Trapanese, Augusta, nel Siracusano, Bologna, Lapedona e Montedinove e nelle Marche. Al lavoro un gruppo interforze per verificare se ci sono stati altri accordi economici legati al trasbordo in mare di migranti.

La ong Mediterranea ha commentato l’indagine con una nota pubblicata sul proprio sito. “La vicenda in esame – si legge – riguarda il soccorso prestato ai 27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti in salvo. Fu definito la ‘vergogna d’Europa‘ quel disumano abbandono, il più lungo stand – off che si ricordi per dei naufraghi che in teoria, secondo ciò che impongono le Convenzioni Internazionali, avrebbero dovuto raggiungere “tempestivamente” un porto sicuro. Idra social shipping non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti. E Mediterranea non si fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile, e continuerà ad essere in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage, tortura, stupri, sevizie”.

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