“I genitori di una famiglia naturale hanno compiti espliciti: il padre deve dare le regole, la madre accudire. Senza una di queste due figure i bambini rischiano di zoppicare andando avanti nella vita. Queste cose si studiano in psicoanalisi”. Dopo essere finito al centro delle cronache nazionali per aver tirato in ballo contro l’aborto una presunta “sostituzione etnica”, il capogruppo di Fratelli d’Italia all’interno del consiglio regionale delle Marche, Carlo Ciccioli, è tornato a prendersi la scena parlando di “famiglia naturale” e di “ruoli genitoriali”. “La famiglia naturale, composta da padre, madre e figli è l’unica forma valida da proporre in società. I bambini hanno il pieno diritto ad avere una famiglia composta in questo modo”, ha rincarato la dose Ciccioli. Ma questa volta, i primi a reagire stavolta sono stati paradossalmente i suoi compagni di partito che non hanno preso alcuna difesa nei confronti dell’ex parlamentare e medico psichiatra di Ancona dopo le critiche della sinistra.

Affermazioni colte quasi con fastidio dai vertici regionali e locali del partito di Giorgia Meloni. Meglio tenere un profilo basso e avviare l’iter di una proposta di legge – la n.20 del febbraio 2021 – che proprio domani 24 febbraio compirà il suo primo passaggio ufficiale entrando in visione e discussione in IV Commissione Sanità. Divisa in 8 capi, 24 articoli e alcune decine di commi, la proposta vede come primo firmatario il consigliere Marco Ausili e punta ad una serie di provvedimenti di rilancio e protezione del concetto, troppo spesso abusato, di famiglia. L’impronta è già chiara al Capo I, nelle disposizioni generali, in cui si afferma che la Regione ‘riconosce, tutela e promuove diritti della famiglia società naturale fondata sul matrimonio’. Certo, nel testo di legge, che presto potrebbe essere votata e approvata vista la larga maggioranza di destra in consiglio, non si fa alcuna menzione ai concetti espressi da Carlo Ciccioli, eppure il fatto che tra i primi provvedimenti assunti dalla maggioranza di governo delle Marche, a parte l’emergenza pandemica, sia la famiglia evidenzia una strategia chiara: la destra vuole subito portare avanti uno dei punti centrali delle sue campagne, specie sul fronte dei cosiddetti ‘diritti civili’. Lo stesso Ausili cerca di correre ai ripari: “Per noi vale il concetto di allargamento ad una genitorialità in tutte le sue forme come previsto e fissato, ad esempio, dall’articolo 2 lettera K in cui si parla di promozione e sostegno. Il nostro obiettivo in generale sono i diritti del bambino e del minore in genere. Non vorrei che si cadesse nei conflitti ideologici, specie in questo momento in cui non ce n’è assolutamente bisogno. I veri problemi sono i giovani che migrano all’estero, una denatalità in costante crescita, tutti concetti per cui parlano le statistiche”.

Le parole di Ciccioli hanno scatenato le reazioni sdegnate di larga parte del fronte politico di opposizione in Regione Marche: “Nelle Marche la maggioranza di destra estrema ci vuol far precipitare nel baratro culturale e valoriale” attacca Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale Pd ed ex presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche. Dura anche l’ex Sottosegretaria Alessia Morani, anch’essa del Pd: “Nelle Marche sta succedendo qualcosa di grave da un punto di vista politico e culturale. La destra che si è affermata nelle ultime elezioni regionali sta portando avanti scelte che evocano il ventennio fascista. Credo che serva una mobilitazione della comunità marchigiana di fronte a questa maggioranza che vuole riportarci indietro di 100 anni. Non possiamo più tollerare questa deriva culturale e politica”. A Ciccioli ha risposto anche l’Ordine degli psicologi Marche: “Pur non entrando nel dibattito politico che si svolge in sedi altre”, si legge in una nota, “ci preme chiarire questioni di contenuto da punto di vista scientifico. In letteratura scientifica è ampiamente dimostrata l’importanza della qualità della relazione sia nella trasmissione delle regole che nello stile di accudimento. Rispetto ai fattori di rischio che intervengono nello sviluppo psicologico dell’individuo, occorre una visione bio-psico-sociale che consideri la sua complessità. Pertanto riteniamo vada posta massima attenzione nell’esprimere considerazioni che rischiano di discriminare, semplificando, condizioni familiari perfettamente funzionanti, pur non rientrando nella descrizione sopracitata”.

Sul tema, nel suo complesso, i problemi però non ce li ha soltanto il centrodestra, almeno stando a quanto accaduto nella seduta di lunedì 22 febbraio del consiglio comunale (a maggioranza dem) di Ancona. Durante la discussione su un Ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri di opposizione sull’applicazione delle linee guida ministeriali sull’interruzione di gravidanza, appoggiato dalla maggioranza di centrosinistra, è intervenuto Tommaso Sanna, il Presidente del Consiglio. Sanna, che si definisce “cresciuto con radici giudaico-cristiane e cattoliche” dai Popolari è passato al gruppo di Azione, il partito di Calenda, sempre in appoggio alla giunta della sindaca Valeria Mancinelli (Pd). Nel suo intervento, non frequente da parte dei presidenti consiliari, Sanna ha fatto alcune affermazioni che lo pongono all’estrema destra: “Ogni non nato equivale alla soppressione di una vita. Il fatto che gli aborti chirurgici siano in calo in Italia non mi fa felice, vorrei fossero a zero. Dall’applicazione della legge sull’aborto ci sono 6 milioni di italiani che non sono mai nati. Non esistono parti accettabili nella legge 194, contaminata da una mentalità abortista. Io da buon italiano mi devo adeguare perché si tratta di una legge, ma se potessi la cambierei”. Sanna tocca anche il discorso femminile, parlando di effetti collaterali della pillola RU486 che non trovano riscontri scientifici. “Papa Francesco nel 2013 ha detto ‘Ogni bambino non nato ha il volto del Padre Eterno, non si possono scartare’. La mia è una questione di coscienza”, ha concluso. Per ora Tommaso Sanna resta al suo posto, dal Pd nessun ammonimento ufficiale. L’unico è arrivato dal suo stesso partito, Azione, che prende le distanze dalle affermazioni del suo consigliere, ma non va oltre.

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