Nelle Marche l’aborto farmacologico non arriverà nei consultori, almeno non subito. Nella seduta del consiglio del 26 gennaio, infatti, il voto contrario del centrodestra alla mozione del Pd che chiedeva la possibilità di somministrare la pillola Ru486 anche al di fuori degli ospedali, come indicato dalle linee guida del ministero della Salute, ha chiuso a questa possibilità. La discussione in consiglio è stata molto partecipata, trasformandosi rapidamente in una discussione sull’aborto stesso. Se da una parte la consigliera Pd, Emanuela Bora che ha proposto la mozione ha parlato della battaglia per il diritto all’aborto come di una necessità, vista anche l’enorme numero di medici obiettori nella Regione, dall’altra il consigliere capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, ha parlato della battaglia all’aborto come di una “battaglia assolutamente di retroguardia”.

“In questo momento di grande denatalità della società occidentale, sostenere con grande enfasi questa battaglia, che aveva un suo senso negli anni ’60 e ’70 è fuori posto – ha detto Ciccioli, medico specializzato in psichiatria, criminologia clinica e neurologia – La battaglia da fare oggi è quella per la natalità, non c’è ricambio e non riesco a condividere il tema della sostituzione cioè che siccome la nostra società non fa figli allora possiamo essere sostituiti dall’arrivo di persone che provengono da altre storie, continenti, etnie, da altre vicende”.

Anche l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, è intervenuto al termine della discussione sottolineando che la “pillola Ru486 non sarà somministrata nei consultori” perché “le linee guida non modificano l’impianto” e di conseguenza non devono essere necessariamente applicate secondo il centrodestra. Saltamartini poi, propone anche di aprire i consultori alle organizzazioni private pro-life per “proteggere le donne”. “Dobbiamo garantire una scelta consapevole – ha spiegato – Per questo aprirei anche alle associazioni per il diritto alla vita”.

Continua quindi l’acceso dibattito in regione sul diritto all’aborto, cominciato già a dicembre con l’assessora alle pari opportunità, Giorgia Latini, che si è dichiarata contraria all’interruzione di gravidanza, e proseguito poi con una intimidazione arrivata alla consigliera dem che lo difendeva, con la consegna da parte degli anti-abortisti di 1450 pannolini per bambini.

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