In poco meno di due settimane, in Puglia, la variante inglese è passata dal 15 al 38,6% di incidenza sul totale dei campioni studiati. Un balzo che sta preoccupando gli esperti che, ora, devono decidere come muoversi. Nel quartier generale della Sanità pugliese, si attende di capire anzitutto ciò che farà il governo centrale. Se ci sarà un inasprimento delle misure oppure no e, quindi, se sarà necessaria una azione autonoma. Perché la variante Uk di Sars-Cov-2 si sta diffondendo a macchia di leopardo nella regione e anche molto velocemente. Ma potrebbe non essere l’unica. Dal secondo monitoraggio condotto dal Policlinico di Bari e inviato al ministero e all’Istituto Superiore di Sanità, si è visto non solo l’andamento in crescita ma che la provincia maggiormente contagiata da questo ceppo è quella di Brindisi: è risultata presente nel 55,8% dei campioni analizzati. Una incidenza superiore alla provincia di Bari, più popolosa, dove è stato riscontrato il 38,4% dei casi con variante. Quanto alle fasce d’età, la più colpita è tra 36-55 anni, la meno colpita ma ugualmente coinvolta ugualmente è la fascia degli adolescenti.

Usando una lente di ingrandimento ulteriore si registrano colpiti 47 comuni, ma con focolaio ben preciso: Fasano. Nella città a confine tra le province di Brindisi e Bari, sono 60 i casi rilevati, praticamente il 92% dei campioni analizzati. Un dato che allarma soprattutto perché incomprensibile. Ad aggravare il quadro, il fatto che dei 60 casi riscontrati, 42 sono appartenenti alla Rssa Sancta Maria Regina Pacis. Dieci operatori e 30 anziani ospiti che, tra l’altro, avevano da pochi giorni ricevuto la seconda dose del vaccino. “Un soggetto anziano – spiega Donato Monopoli della Fmmg Puglia – sviluppa gli anticorpi più lentamente, in più ha meno difese. Quindi ci sono due gap in questa circostanza. In un soggetto giovane in genere passa una settimana tra la seconda dose e la risposta del sistema immunitario, in un soggetto anziano non conosciamo i tempi ma certamente sono più lunghi”.

“Il contagio, purtroppo – continua il medico di origini fasanesi – si è verificato in quel lasso di tempo. Fortunatamente, però, è stato sufficiente a dare comunque qualche arma di difesa in più viste le condizioni di salute attuali degli ospiti”. Monopoli è stato il primo ad accorgersi che qualcosa non andava. Ad inizio del mese di febbraio ha, infatti, notato un andamento del contagio diverso da quello che sino ad allora era abituato a vedere. “Qualcosa non andava nel quadro generale, dopo un anno ti abitui ad avere a che fare con i pazienti affetti da Covid e sino ad allora la maggior parte erano asintomatici. Invece da inizio del mese ho notato tutti soggetti sintomatici, di qualsiasi età”. La conferma ai sospetti è arrivata dal monitoraggio. “La preghiera che faccio ai cittadini, visti i numeri che si stanno registrando, è anzitutto quella di seguire le regole del contenimento, rispettarle perché il contagio è molto rapido. E poi in assenza di sintomi manifesti, non chiedere subito il tampone. In questo momento di grande incertezza un falso negativo, perché non sono passati 8 giorni dal contatto sospetto, produrrebbe ancora più danni”.

Il punto sono proprio le misure di contenimento. Se è vero che la variante inglese corre più veloce delle precedenti, è vero anche che un inasprimento “chirurgico” delle misure non è ritenuto efficace dai vertici regionali. “Non penso sia utile ragionare in termini di singoli Comuni – ha spiegato l’epidemiologo e assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco – sino a quando la si individua la variante è sicuramente già uscita dai confini virtuali del territorio”. Ma, intercettato tra una riunione e l’altra della task force regionale, va oltre: “Per quanto riguarda i dati non ci sono novità, il campionamento ci dà una indicazione generale ma non è statisticamente significativo. Di sicuro abbiamo appurato che il virus c’è, si sta diffondendo velocemente. Sulla base di quei dati, come Regione, stiamo mettendo su un sistema di campionamento che individui altre varianti, perché è questa la cosa che ci potrebbe preoccupare”.

Lopalco però invita alla calma: “Non vorrei che si scatenasse la psicosi delle varianti che lascia il tempo che trova. Il fatto che ci siano non deve cambiare la risposta alla pandemia. Le varianti vanno studiare perché bisogna capire se i vaccini funzionano o no”. Che farà, dunque, la Regione? “In questo momento non ha senso fare nulla. Aspettiamo qualche giorno per capire se il governo centrale decide di portare avanti una politica più restrittiva o no, ordinanze locali in questo momento non hanno senso. Del resto – conclude – i dati ci dicono che l’incidenza è stabile, non c’è urgenza di intervenire”.

Non aspetta il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, che ha emanato due ordinanze. La prima dispone la chiusura delle scuole medie e superiori che fino al 27 febbraio saranno in didattica a distanza. La seconda prevede dalle 18 alle 5 la chiusura dei distributori di bevande e alimenti ed il divieto di stazionare in 24 spazi pubblici del territorio. “Manteniamo la calma – ha commentato – Ma l’aumento dei casi deve spingere ciascuno di noi ad innalzare il senso di responsabilità personale e di comunità. Se vogliamo uscire quanto prima da questo terribile periodo di pandemia dobbiamo darci da fare rispettando le regole”.

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