Roberto Gualtieri o Marianna Madia da una parte. Andrea Abodi o Francesco Rocca dall’altra. Con l’incognita Virginia Raggi: tirerà dritto con la sua ricandidatura solitaria in quota M5s oppure cederà il posto nella sua corsa in Campidoglio – come ancora auspica il Pd – magari sulla spinta di un “mediatore d’eccezione”? Quella che si è aperta potrebbe essere la settimana decisiva per definire i principali candidati alle elezioni capitoline del 2021. Chiusa la non semplice partita del neo-governo Draghi, a distanza di poche ore potrebbero arrivare anche i nomi di centrosinistra e centrodestra per la corsa a Palazzo Senatorio.

L’ex ministro libero per il Campidoglio – A sinistra, l’esclusione dalla squadra di Palazzo Chigi ha aperto un’autostrada a Roberto Gualtieri. La possibile candidatura dell’ex ministro dell’Economia del governo Conte è stata costruita da tempo, con la scontata elezione a parlamentare con le suppletive di Roma Centro – necessarie dopo il trasloco di Paolo Gentiloni a Bruxelles – il coinvolgimento nella partita sui fondi per Roma Capitale; la spinta, anche mediatica, del Pd romano. Gualtieri resta il nome più forte e maggiormente gradito a Nicola Zingaretti. E potrebbe avere uno sponsor d’eccezione: Giuseppe Conte, con cui la sintonia a Palazzo Chigi era massima. L’ormai ex premier non è stato ancora contattato ufficialmente, ma l’idea del Nazareno è quella di chiedergli di fare il “mediatore” per convincere Virginia Raggi a farsi da parte. Il Messaggero, invece, scrive che la telefonata a Palazzo Senatorio c’è già stata, ma la notizia è stata informalmente smentita “categoricamente” dall’entourage di Raggi.

La sindaca, dal canto suo, nelle ultime settimane sembra aver messo da parte il suo lato più “intransigente” schierandosi apertamente con i “costruttori” invocati da Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno e arrivando a dare il suo endorsement a Mario Draghi. Un percorso di moderazione che, secondo fonti del Pd romano, “fanno ben sperare”. Ma in un post su Facebook, la senatrice Barbara Lezzi (la principale esponente del fronte del No al governo Draghi) le ha teso la mano, affermando che “inizierebbe molto male questo confluire del M5s nel Pd” se vi fosse un piano “per farla passare come una fallita” e “oscurare tutto il lavoro che ha fatto”. Raggi pare abbia apprezzato. Chi nel M5s romano spera ancora di riunire la coalizione giallorossa, la scorsa settimana aveva addirittura invocato una candidatura proprio di Conte, “l’unico di fronte al quale Virginia non poteva non farsi da parte, magari mettendosi a disposizione come vicesindaco”. Poi, come noto, il premier uscente ha smentito.

La questione femminile nel Pd e le primarie web – L’ipotesi Gualtieri sindaco è insidiata da un altro nome, quello di Marianna Madia. L’ex ministra dei governi Renzi e Gentiloni è da tempo nella lista dei possibili nomi del Nazareno, ma mai in cima all’elenco. Il suo nome però nelle ultime 48 ore ha subito un’accelerazione, dalla sollevazione delle donne Dem – molte romane – alla presa d’atto che nel governo Draghi le poltrone del centrosinistra sono occupate tutte da uomini. Così il tema potrebbe portare Nicola Zingaretti e i suoi a dare un segnale: candidare Marianna Madia a sindaco di Roma, magari immaginando un ticket tutto al femminile proprio con Raggi. Il tutto, secondo lo statuto del Pd, dovrebbe passare dalle primarie. “Di fronte a un nome di livello, in molti potrebbero decidere di ritirarsi”, è lo scenario-auspicio descritto dal Nazareno. “In molti”, ma non tutti. Come Tobia Zevi, il candidato di “Roma! Puoi dirlo forte”, che ha già inondato la città dei suoi cartelloni e gli slogan in cui gioca con l’evidente somiglianza all’ex calciatore della Juventus, Gonzalo Higuain. “Bene Gualtieri candidato! Non vedo l’ora di fare le primarie”, ha twittato recentemente. Ma se passaggio “popolare” ci sarà, fanno sapere dal Pd Roma, sarà solo “via web” e non con i tradizionali gazebo, per evitare assembramenti. Entro venerdì si potrebbe sciogliere la riserva. Resta in campo anche Carlo Calenda, che non ha mancato di mostrare la propria stima per l’ormai ex ministro dell’Economia.

Centrodestra: Abodi in vantaggio su Rocca, Bertolaso quasi fuori – A destra il discorso sembra quasi chiuso su Andrea Abodi. Storico dirigente della Federcalcio, il suo nome è stato fatto da Giancarlo Giorgetti, ma la conoscenza e la stima reciproca con Giorgia Meloni gli avrebbe aperto le porte della candidatura al Campidoglio. Lui ha già dato la propria disponibilità, non avendo difficoltà a rinunciare – in caso di elezione – al suo ruolo di presidente del Credito Sportivo. Proprio questo ruolo sta creando dibattito nella politica cittadina. L’istituto di credito ha in capo una parte del mezzo miliardo di debiti di Roma Capitale sulla vicenda risalente agli anni 2000 dei Punti Verde Qualità, i mutui contratti da numerose associazioni sportive cittadine con la garanzia al 95% del Campidoglio. Resta in campo anche Francesco Rocca. Ma il presidente della Croce Rossa Italiana ha chiesto rassicurazioni circa l’unanimità del sostegno dei leader sul suo nome, non essendo disponibile a lasciare al buio la Cri. Sempre più lontano dal colle capitolino Guido Bertolaso, la cui candidatura non è apprezzata da Fratelli d’Italia. L’incontro sul tema fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani è previsto per la giornata di venerdì.

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