L’unica fedeltà resta quella a Silvio Berlusconi. Il resto, per Luigi Vitali, resta un po’ più oscillante: pareva si fosse avvicinato a Cambiamo di Giovanni Toti, per esempio, ma in realtà non ha mai lasciato Forza Italia. E stanotte ha fatto lo stesso nel percorso tra opposizione e maggioranza. Vitali, avvocato, un passato remoto nel Msi e uno recente al fianco di tutte le battaglie sulla giustizia dell’ex Cavaliere, in 6 ore è riuscito a passare, sofferente, dalla parte di Giuseppe Conte e poi alle 4 del mattino tornare indietro dopo le telefonate di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Giura che l’hanno convinto grazie a un po’ nostalgia e a un po’ di programma di governo. Di sicuro di prospettiva (presunta) di prosecuzione della legislatura. “Berlusconi mi ha ricordato il passato insieme e le larghe intese. Salvini mi ha detto: ‘Hai visto che io ho aperto su giustizia e fisco’”. L’hanno visto tutti ma “l’apertura” sembra destinata ad avere poche ambizioni di essere il collante per un governo in questa legislatura. Oggi vitali chiede scusa a Conte: “Ho sbagliato. E’ stata una valutazione errata spinta da tanti fattori, in primis lo scivolamento ineludibile verso le elezioni anticipate”. La preoccupazione resta quella, come per molti come lui che sono quasi certamente all’ultima legislatura (dopo un’onorata carriera di 25 anni nel caso dell’avvocato di Francavilla Fontana).

Secondo le ricostruzioni di queste ore Vitali ha avuto un colloquio con Conte a Palazzo Chigi. E ieri sera questo travaglio interiore era culminato con una nota secondo la quale “in questo momento bisogna lasciare da parte le contrapposizioni”. Ma questa strana giravolta da cosa nasce? E’ noto il curriculum di Vitali, per due volte sottosegretario alla Giustizia nei governi Berlusconi: era il relatore della legge ex Cirielli, in quello stesso provvedimento inserì un emendamento chiamato “salva Previti” che tagliava la prescrizione, nel 2011 firmò una proposta di legge per abbreviare i tempi della prescrizione agli over 65, che avrebbe favorito Berlusconi nel processo Ruby. Come poteva stare in una coalizione il cui partito principale è il M5s? Il suo andirivieni è visto un po’ come una polpetta avvelenata dalla maggioranza uscente. “Il senatore Vitali non lo conosco e non ho mai parlato con lui forse il suo ripensamento è stato frutto di qualche operazione politica fatta apposta per delegittimare il nostro nuovo gruppo” dice Ricardo Merlo, sottosegretario agli esteri e presidente del Movimento degli italiani all’estero, ora nel gruppo Europeisti. “Vitali? – aggiunge Gregorio De Falco – Va segnalato a Chi l’ha visto?: è uscito da Forza Italia e non si sa più dove sia finito. Non avevamo avuto contatti”.

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