Scuole superiori riaperte solo dall’11 gennaio, weekend del 9-10 in zona arancione per tutta l’Italia, mentre negli altri giorni vigerà una zona gialla rafforzata, ovvero con lo stop agli spostamenti tra le Regioni. Sono queste le nuove misure in vigore in Italia da dopo l’Epifania fino al 15 gennaio. Il Consiglio dei Ministri terminato alle ore 0.35 di martedì 5 gennaio ha dato il via libera al decreto-ponte che guiderà la transizione verso il ritorno alla divisione in fasce, a partire da lunedì 11 gennaio. Il decreto ha anche rivisto i criteri per l’individuazione degli scenari di rischio: sarà “più facile” applicare le misure previste per le zone arancioni e rosse. Entro la metà del mese il governo dovrà poi adottare un nuovo Dpcm.

Dopo i due giorni di zona rossa (Epifania compresa), tutta Italia entrerà quindi in zona gialla il 7 e l’8 gennaio, con libertà di movimento all’interno della Regione e la riapertura dei bar e dei ristoranti, che però dovranno richiudere e tornare all’asporto già dopo 48 ore: il fine settimana del 9 e del 10 si applicano infatti le misure arancioni. Quindi, locali chiusi e negozi aperti, libertà di movimento all’interno del proprio Comune (entro gli orari del coprifuoco, 5-22) e autocertificazione per spostarsi all’interno della Regione. Da lunedì 11 ripartirà la zona gialla, salvo che dopo il monitoraggio dell’Iss in arrivo l’8 gennaio alcune Regioni non cambino colore, anche in base all’inasprimento delle soglie Rt per le fasce. Lunedì 11 dovrebbe essere anche il giorno del rientro in classe per gli studenti delle superiori. La decisione è stata presa dopo una lunga discussione interna al governo: le lezioni in presenza saranno comunque al 50 per cento e sempre se la condizione epidemiologica lo consentirà. In Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche lezioni a distanza fino al 31 gennaio, in Campania aule chiuse per gli alunni più grandi almeno fino al 25.

Stop agli spostamenti fra Regioni – Se le misure in vigore la prossima settimana dipenderanno dall’andamento del contagio, quel che è certo è il divieto di spostamento fra Regioni. Nel comunicato post-Cdm si legge che “dal 7 al 15 gennaio 2021 è vietato nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Come accaduto durante le festività è “comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma”. È appunto la zona gialla rafforzata prevista dal governo.

Il week-end in zona arancione – Il 9 e 10 gennaio, invece, sull’intero territorio nazionale “si applicano le misure di cui all’articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020″ ovvero le misure della zona arancione. Come durante le festività, però, “sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.

La deroga per due persone – Il comunicato pubblicato dal governo conferma anche l’altra deroga in vigore a Natale, cioè “la possibilità, già prevista dal decreto-legge 18 dicembre 2020, di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono”. Il comunicato del governo conferma questa possibilità fino al 15 gennaio “nei territori inseriti nella cosiddetta zona rossa”.

Nuove soglie per le zone – Il decreto introduce però una serie di novità per il meccanismo di divisione del Paese in fasce di rischio. Nel vertice di domenica sera tra governo e Regioni, infatti, si è pensato di rafforzare i criteri di valutazione dell’andamento epidemiologico di ciascun territorio a partire già dal 7 gennaio. Un punto di accordo è stato trovato sulla possibilità di abbassare le soglie dell’Rt per accedere alle varie zone di rischio, così da evitare che, in periodo di vaccinazione, gli ospedali e le strutture sanitarie si ritrovino eccessivamente appesantite dall’afflusso di persone contagiate. Il ministro Boccia ha infatti chiarito che gli interventi fatti a Natale “hanno evitato che ci fosse in Italia il liberi tutti”. Ed è proprio questo il modello che si intende replicare d’ora in poi, rendendo più facile rispetto al passato il passaggio di una Regione in zona arancione o rossa. La revisione riguarda soprattutto la soglia del Rt: con un valore superiore a 1 si andrà infatti in zona arancione e con 1,25 in zona rossa.

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