La crisi causata dal coronavirus ha causato una perdita di reddito da lavoro senza precedenti. E l’impatto è stato particolarmente duro per i lavoratori già svantaggiati, come i giovani e i precari con contratti a tempo determinato. Le misure mirate a compensare le retribuzioni perse, come la cassa integrazione, hanno contribuito a mitigare il colpo e a sostenere quanti già prima avevano salari bassi, che sono stati penalizzati in modo sproporzionato. E’ quello che emerge dal rapporto trimestrale su Occupazione e sviluppi sociali in Europa pubblicato dall’esecutivo Ue.

Gran parte del calo dell’occupazione ha riguardato lavori a termine, che nel secondo trimestre sono crollati di 4,2 milioni su base annua, mentre quelli a tempo indeterminato sono rimasti stabili e gli autonomi sono calati di 0,5 milioni. Anche il lavoro part time è diminuito molto, con una riduzione annua di 1,6 milioni di persone a fronte di un calo di 3,2 milioni dei lavoratori a tempo pieno, che però in partenza erano molti di più.

In Italia, in particolare, con la pandemia sono aumentati gli inattivi e i Neet, cioè i giovani che non studiano né fanno formazione né cercano un lavoro. Nel nostro Paese la quota di giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano né studiano ha raggiunto nel secondo trimestre del 2020 il 20,7%. E’ il dato peggiore della Ue, come del resto accade da molti anni. Seguono la Bulgaria (15,2%) e la Spagna (15,1%). In generale, in tutta l’Unione il tasso di Neet è aumentato dell’1,8% nel secondo trimestre, arrivando all’11,6%. Nel frattempo il tasso di attività delle persone tra i 15 e i 64 anni è sceso al 72,1% in tutta l’Ue.

In compenso le misure adottate dai governi hanno in parte attenuato la crisi, perché negli ultimi mesi l’occupazione è calata meno del pil, mentre la disoccupazione è rimasta stabile.

Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha ricordato: “La Commissione ha mobilitato tutti i mezzi a sua disposizione per aiutare gli Stati membri, in particolare attraverso lo strumento SURE, che sostiene i regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo. Inoltre la nuova garanzia per i giovani aiuterà questi ultimi a sviluppare competenze e acquisire esperienza lavorativa, in particolare nei settori pertinenti alle transizioni verde e digitale. Mettere i giovani al centro di queste transizioni sarà la nostra priorità durante la ripresa”.

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