Sono tornati nelle loro case dopo oltre cento giorni di prigionia in Libia e finalmente potranno iniziare le festività natalizie. Lo slogan intonato all’ingresso nel porto di Mazara del Vallo, dai due motopesca Antartide e Medinea con i 18 pescatori liberati giovedì, è la sintesi di un’attesa asfissiante: “La gente come noi non molla mai”. Applausi poi diventati abbracci al momento dello sbarco in banchina. “Sono contenta che rivedrò mio figlio”, ha detto al suo arrivo Rosetta Giacalone, 74enne mamma del comandante del Medinea. Momenti che definiscono la fine di una triste vicenda, che l’intera marineria vorrebbe non si ripetesse mai più. Tutti i pescatori sono stati sottoposti al tampone rapido, che ha avuto esito negativo, e adesso sono in attesa del riscontro dei tamponi molecolari, che dovrebbe arrivare nel pomeriggio. “Ci hanno trattato malissimo – dice Onofrio Giacalone, all’uscita dal porto – abbiamo dormito a terra e abbiamo avuto tanta paura”. I 18 pescatori hanno lasciato il porto alla spicciolata, accompagnati dai familiari, a bordo delle loro auto. Il viso smagrito e gli occhi scavati sono il simbolo della loro detenzione.

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