Sono partiti lunedì e stanno arrivando a destinazione, come da annunci del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i bonifici alle prime 211mila imprese destinatarie dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto Ristori. Il titolare dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, rispondendo in question time al Senato, ha confermato: “Abbiamo già erogato oltre 1 miliardo del decreto ristori del 28 ottobre, quindi a distanza di 12 giorni”. I bonifici sono partiti in automatico verso una parte delle imprese che avevano già ricevuto aiuti a fondo perduto dall’Agenzia delle Entrate in giugno, quando sono stati distribuiti oltre 6 miliardi a 2,3 milioni di attività. Chi non aveva partecipato a quella prima tornata deve fare domanda. Ma il modello da utilizzare per la richiesta non è ancora pronto, fanno sapere dalle Entrate: arriverà in tempo utile per fare arrivare i soldi entro metà dicembre come ha assicurato il Tesoro. Restano in attesa oltre 142mila aziende.

Il decreto Ristori uno, stando ai calcoli del governo, garantisce indennizzi pari a una quota che va dal 100 al 400% (a seconda del codice Ateco dell’attività danneggiata dalle nuove restrizioni) in proporzione al calo di fatturato di aprile 2020. Stando alla Relazione tecnica, a beneficiarne saranno in totale 466mila imprese. Tra queste, 324.232 avevano già ottenuto il contributo previsto dal decreto Rilancio e si vedranno dunque accreditare in automatico la cifra a cui hanno diritto. Per le prime 211mila i bonifici sono già partiti, gli altri 113mila gli ordini di pagamento dovrebbero essere emessi a breve. Restano fuori 142.425 società con ricavi 2019 superiori a 5 milioni di euro, che erano fuori dalla platea del decreto Rilancio mentre ora hanno diritto all’aiuto in base al decreto Ristori: dovranno attendere il modello delle Entrate.

La relazione tecnica del Ristori bis, che allunga la lista dei codici Ateco beneficiari, ne aggiunge un’altra che comprende i danneggiati dal dpcm del 3 novembre e aumenta al 200% l’indennizzo per bar e alberghi delle zone rosse, individua a sua volta altre 231mila attività da risarcire con lo stesso meccanismo, ma non dettaglia quanti abbiano diritto all’erogazione in automatico.

Intanto al Senato si lavora alla conversione in legge del decreto, in cui il governo con un emendamento accorperà anche il “Ristori bis”, e si ragiona su un ulteriore allargamento della platea dei beneficiari. “Stiamo lavorando per garantire sostegni a una platea ancora più vasta di settori economici, ragionando in termini di filiera e di cali di fatturato“, fa sapere Vincenzo Presutto (M5S), relatore del Dl, “per venire incontro anche a chi è rimasto aperto ma soffre comunque per la contrazione o chiusura delle attività economiche con cui normalmente si interfaccia. L’allargamento delle tutele, da questo punto di vista, guarderà sicuramente anche a professionisti e autonomi per i quali si sta lavorando a un fondo per erogare in tempi rapidi contributi a fondo perduto, legati al calo del fatturato”.

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