Da qualche giorno a Roma è possibile effettuare il tampone rapido direttamente dal proprio dottore. “Gli studi medici che hanno aderito e sono stati dotati di kit al momento sono 20. I medici che hanno fatto domanda come volontari sono invece 400“, spiega Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente nazionale Fimmg (Federazione medici di medicina generale). Un primo passo dunque, che da esecuzione a un bando della Regione Lazio di inizio ottobre per estendere la rete di screening del territorio e smaltire le lunghe code dei drive-in.
Negli studi si eseguirà il tampone rapido antigenico che permette di ricevere una risposta dopo soli 30 minuti dal prelievo. “Testiamo chi è in uscita dalla quarantena o chi ha sintomi lievi, come raffreddore, congiuntivite o qualche colpo di tosse”, chiarisce Fabrizio Rossi, medico di famiglia a Casalpalocco, nella periferia sud ovest di Roma. Il risultato viene condiviso con il sistema sanitario territoriale: “Facciamo una certificazione di avvenuto tampone – specifica il medico – e segnaliamo la positività su una piattaforma della Regione Lazio“.
Il test ha un’affidabilità “superiore al 90%“, rassicura Bartoletti, «l’importante è avere un buon kit ed eseguirlo bene». La seconda ondata dell’epidemia per il vicepresidente Fimmg “è stata peggiore della prima”. Rispetto a marzo, “la malattia si è diffusa nelle case e il focolaio domiciliare richiede un’organizzazione totalmente diversa da quella che avevamo prima”. Intanto i medici di famiglia premono per avere più kit. “Abbiamo tanta richiesta” rivela Rossi, che infine ammette: “Siamo un po’ in ritardo, è un peccato perché purtroppo potevamo fare di più”.
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