Puntualità, presenza, buone maniere e lezioni più brevi. Sono queste le “quattro” regole che gli studenti delle scuole superiori, di nuoto ritornati alle spiegazioni online, devono seguire. La scuola da casa non cambia le carte in tavola, almeno per ora. In primis la questione delle assenze: ai fini della validità degli anni scolastici per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato. Una regola che non cambia. Certo, le istituzioni scolastiche possono stabilire, per casi eccezionali, motivate e straordinarie deroghe a questo limite, ma i ragazzi devono star bene attenti a non fare troppe assenze.
Tra l’altro a differenza della prima esperienza di didattica a distanza fatta nella scorsa primavera, ora i docenti sono tenuti a fare un appello davanti allo schermo e a indicare sul registro elettronico presenze e assenze dei ragazzi. Un provvedimento scritto nel contratto nazionale integrato che arriva a far chiarezza sulla questione visto che durante il lockdown non era arrivata dal ministero alcuna indicazione in merito e ogni insegnante aveva fatto a modo suo.
A fare da bussola al corpo docente ora ci sono le linee guida sulla didattica digitale integrata scritte dagli uffici di viale Trastevere. In questo documento si prevede che le istituzioni scolastiche “integrino il regolamento d’istituto con specifiche disposizioni in merito alle norme di comportamento da tenere durante i collegamenti da parte di tutte le componenti della comunità scolastica relativamente al rispetto dell’altro, alla condivisione di documenti e alla tutela dei dati personali”.
Nessuno sconto agli studenti sul piano del comportamento. Le linee guida stabiliscono che il regolamento di disciplina della scuola secondaria sia integrato con la previsione di infrazioni disciplinari legate a comportamenti scorretti assunti durante la didattica digitale integrata e con le relative sanzioni. Tradotto in altre parole nessuno può presentarsi davanti al video in pigiama, usare un gergo non corretto o mettersi a mangiare mentre fa storia, latino o matematica.
Intanto in molte scuole sono arrivate le prime indicazioni agli studenti: la telecamera dev’essere sempre accesa sul primo piano dello studente; è vietato riprendere e fotografare le immagini sullo schermo senza aver chiesto prima il permesso ed è vietato diffondere audio o video di quanto accaduto durante la spiegazione.
Cambia, anche la modalità di lezione che prevede ore che possano essere anche minori di sessanta minuti. Una scelta che verrà fatta in autonomia dalle singole scuole. Infine come in presenza gli insegnanti devono continuare a fare verifiche ai ragazzi: “La valutazione – citano le linee guida – deve essere costante, garantire trasparenza e tempestività”. Non solo: con la dad si devono “assicurare feedback continui sulla base dei quali regolare il processo di insegnamento/apprendimento”.
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