Amazon trema. Da oggi sia in Italia che nel resto del mondo la vendita dei libri online ha qualche concorrente in più. Il primo si chiama Bookshop ed è un sito web che consente alle librerie indipendenti di creare la propria vetrina virtuale con i negozi che raccolgono l’intero margine di profitto da ogni vendita (ovvero circa il 30% del prezzo di copertina). Come segnala il Guardian, sia il servizio clienti che la spedizione sono gestisti da Bookshop e dai suoi partner distributori con titoli offerti con un piccolo sconto e consegnati entro due/tre giorni. Il lancio di Bookshop ha avuto grande risonanza negli Stati Uniti ed ora è disponibile anche per i lettori del Regno Unito. L’idea è venuta allo scrittore Andy Hunter, e co-fondatore di Literary Hub, una splendida home page che aggiorna di continuo su uscite, temi, riflessioni riguardanti la letteratura anglosassone. Come spiega Hunter proprio in un articolo sulla home page di Literary Hub, “le librerie sono state nei guai per un po’ a causa della crescita di Amazon che nei primi mesi della pandemia ha davvero accelerato. Amazon è diventato molto più potente, mentre ci sono vecchi negozi che che resistono per sopravvivere”.

A quel punto è sbucato Bookshop.org. Lanciato negli Stati Uniti alla fine di marzo con piani iniziali di crescita relativamente modesti, a metà giugno il sito vendeva libri per un valore di 1 milione di dollari al giorno. “È stata una corsa sfrenata”, ha spiegato Hunter, “cinque settimane dopo quello che pensavamo sarebbe stato un periodo di sei mesi di lancio, miglioramento e piccoli cambiamenti, all’improvviso abbiamo iniziato a fare affari enormi”. Bookshop è partito con 250 librerie affiliate, ma ad oggi, dopo otto mesi, i negozi sono oltre 900. “Siamo passati dalla vendita di libri per un valore di 50.000 dollari in tutto febbraio, alla vendita di 50.000 dollari al giorno a marzo, quindi a 150.000 al giorno ad aprile”. Giugno 2020? 1 milione di dollari d’incasso al giorno. Ottobre 2020? La piattaforma ha ora raccolto più di 7,5 milioni di dollari per le librerie indipendenti negli Stati Uniti. “Eravamo quattro dipendenti più il sottoscritto, lavoravamo a casa, ci alzavamo il prima possibile e andavamo a letto il più tardi possibile, cercando di far funzionare tutto, ma lo sforzo è stato estremamente gratificante perché per tutto il tempo abbiamo ricevuto messaggi dai negozi che dicevano: Grazie a Dio ci siete così abbiamo pagato l’affitto e l’assicurazione sanitaria di quest’anno. Bookshop è una “benefit corporation”, ovvero profitto aziendale sì, ma orientato ad avere effetti sull’ambiente, sul territorio o sulla comunità. La mission di Bookshop, infatti, recita: “favorire il bene pubblico contribuendo al benessere della comunità letteraria indipendente”. Tra le regole statutarie, tra l’altro, c’è l’obbligo di non vendere mai a grossi rivenditori statunitensi, incluso Amazon. Lo sbarco in Gran Bretagna è stato così anticipato di quasi un anno con 130 librerie britanniche già iscritte e 200 previste entro la fine del 2020. “Se non arrivi prima di Natale e dai alle persone un modo per sostenere i loro negozi e acquistare i loro libri per i regali, per le piccole librerie sarà la catastrofe”.

E proprio mentre Bookshop conquistava le praterie americane del libro, ecco in Italia qualcun altro aveva già pensato alla stessa iniziativa. Si chiama Bookdealer.it, la prima piattaforma italiana che riunisce sul web le librerie indipendenti. Il servizio è nato il 27 agosto scorso, grazie all’idea di Leonardo Taiuti (editore di Black Coffee, casa editrice che ha tradotto in Italia lo splendido Gli schifosi di Santiago Lorenzo), Mattia Garavaglia (libraio della Libreria Golem di Torino), Daniele Regi e Massimiliano Innocenti. Ordinare su Bookdealer è molto semplice. Si seleziona il punto vendita in cui effettuare l’acquisto, si sceglie tra due modalità di recapito del libro (consegna a domicilio o spedizione con corriere) e la somma spesa andrà direttamente alla libreria. Sul portale di Bookdealer il lettore ha inoltre la possibilità di visitare virtualmente i negozi e conoscerne di nuovi, ricevere consigli dai librai, scoprire le novità e i titoli più venduti, leggere le recensioni di altri utenti e usufruire delle iniziative promosse da ciascuna libreria.

Specifica d’obbligo: Bookdealer non chiede alle librerie alcuna percentuale sul venduto o abbonamenti annuali, né impone costi di gestione. Al cliente verrà richiesto un sovrapprezzo per la consegna, una piccola cifra che finisce ogni volta nelle tasche dei librai, aiutandolo a sopperire alle spese quotidiane. Come è scritto in diversi lanci pubblicitari: “Bookdealer è una piattaforma nata “dal basso” grazie alle idee e all’impegno di editori, librai e lettori motivati da un unico desiderio: offrire al lettore un’alternativa ai grandi store online e sostenere in maniera concreta le librerie indipendenti”.