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Fedez: “Sono incaz**o, spaventato, confuso. Lavoro a un progetto per i lavoratori dello spettacolo”

Il rapper, dopo che è stato reso noto il nuovo Dpcm con la chiusura dei teatri e dei cinema almeno fino al 24 novembre, ha deciso di “rimboccarsi le maniche” e di chiamare a raccolta qualche collega per attuare un progetto a sostegno dei lavoratori fragili dello spettacolo 

di Andrea Conti

Fedez ha sempre seguito con interesse l’evolversi della situazione dei lavoratori fragili dello spettacolo. Qualche giorno fa il rapper ha lanciato una proposta sui social che prevedeva di rinunciare al minimo garantito dei tour per raccogliere, assieme ad altri colleghi, una cifra importante da devolvere a chi è in difficoltà. Ieri l’artista ha deciso di passare alle vie di fatto, dopo che è stato reso noto il nuovo Dpcm con la chiusura dei teatri e dei cinema almeno fino al 24 novembre, spiegando sui social cosa ha in mente.

Sento che è arrivato il momento per me di rimboccarsi le maniche. Fa male vedere tutto questo e se c’è anche una piccola opportunità di essere d’aiuto voglio fare la mia parte senza stare a guardare. – ha scritto Fedez – Questa settimana forse sarò meno presente perché voglio mettere la testa su un progetto che possa aiutare chi lavora nel mondo dei concerti, degli eventi e della musica in maniera concreta ma soprattutto con rapidità. Ho aspettato due settimane invano che qualcuno raccogliesse il mio appello perché non sarà una cosa che riuscirò a fare da solo, avrò bisogno di una mano da chi in questo momento ha strumenti e mezzi. Spero di riuscire a trovare dei buoni compagni di viaggio per realizzare quello che ho in testa”.

Infine Fedez ha svelato il suo stato d’animo: “Sono incazzato, spaventato, confuso ma non voglio fermarmi, non voglio essere spettatore. Libertà è partecipazione diceva il maestro Gaber, quindi è ora di alzare il culo e darsi da fare. Non dimentico da dove vengo e per quanto possa contare sappiate che io ci sono”.

Nel frattempo i lavoratori del settore dello spettacolo saranno in presidio a livello regionale, nelle città capoluogo o in altre città scelte, venerdì 30 ottobre tra le 10 e le 13 per denunciare l’assenza di prospettiva e di progetto per una vera ripartenza di tutto il comparto fortemente danneggiato dalla pandemia. La mobilitazione è stata indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.

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