Da un lato ci sono le limitazioni per bar e ristoranti, il divieto di consumare alcolici davanti ai locali e lo stop agli sport amatoriali come il calcetto e il basket, tutte occasioni che per il Comitato tecnico scientifico sono ad altissimo rischio di contagio. Dall’altra misure precauzionali come la raccomandazione sul tetto massimo di ospiti a casa e il limite a 30 invitati per matrimoni e battesimi: in questo caso gli scienziati sostengono che non c’è alcuna “evidenza scientifica” sulla loro efficacia. A riportarlo è il Corriere della Sera, secondo cui il team di esperti guidato da Agostino Miozzo non ha condiviso in toto le nuove regole contenute nel Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte nella notte tra lunedì 12 e martedì 13 ottobre.

“Per quanto riguarda la proposta di limitazione alla partecipazione nei ricevimenti connessi alle cerimonie civili e religiose ad un massimo di 30 persone, il Cts, rilevando l’attuale assenza di evidenze scientifiche, prende atto del numero indicato dallo schema del Dpcm”, si legge nel documento diffuso dal quotidiano di via Solferino. Gli scienziati però sottolineano che il provvedimento adottato dal governo è comunque “improntato al principio di massima precauzione al fine di contenere il contagio da Sars-Cov-2 nell’assoluto rispetto delle misure precauzionali e di stretta osservanza delle procedure e delle norme vigenti”. Stessa cosa per quanto concerne la raccomandazione a non ricevere in casa più di 6 persone, una misura che i ministri Speranza e Franceschini avrebbero voluto ancora più stringente. Il Cts ricorda che “il principio ispiratore” delle scelte dell’esecutivo è sempre “improntato alla massima precauzione connesso alla limitazione degli assembramenti nei luoghi chiusi“. Un modo per non screditare l’operato di Palazzo Chigi, dal momento che gli scienziati che fanno parte del Comitato forniscono una consulenza, ma poi è sempre la politica a prendere le decisioni finali (più o meno stringenti a seconda della situazione).

Anche sul tema dei trasporti negli scorsi mesi si è registrata una prima divisione: gli esperti avevano più volte sottolineato il rischio di diffusione del virus sui mezzi pubblici, chiedendo di mantenere al 50% la capienza massima. Regioni e governo l’hanno invece aumentata all’80%, in modo tale da garantire la continuità del servizio pubblico per gli studenti di ritorno a scuola e per chi deve andare a lavoro. E ora, di fronte alla risalita della curva epidemica, il Cts è tornato a sottolineare la “gravissima criticità” legata all’assenza dei controlli a bordo dei mezzi e la necessità di intervenire al più presto per contenere il contagio. Approvata in pieno, invece, la decisione di chiudere alle 24 bar e ristoranti, vietare l’asporto di cibi e bevande dopo le 21 e soprattutto impedire la sosta davanti ai locali.

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