Nicola Porro mi ha dato del ‘poveraccio’? Credo che la madre dei poveri di spirito sia sempre molto fertile. Ma poi poveraccio de che? Quello che fa impazzire determinate persone è che il sottoscritto non abbia né da presentarsi in politica, né da promuovere libri, né da trovare la maniera di fare maggiori consulenze a questa o quell’altra casa farmaceutica“. Così, ai microfoni de “La Zanzara” (Radio24), Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, risponde a distanza al giornalista Nicola Porro, che sul suo sito ufficiale ha attaccato più volte l’infettivologo dopo una rovente polemica avvenuta nella trasmissione “Stasera Italia”, su Rete4.

“Io per principio – puntualizza Galli – non ho preso, non prendo e non prenderò mai nessun tipo di cachet dalla televisione. Se mi affidassero un programma culturale in un palinsesto, sarebbe diverso, perché quello è un’opera di ingegno. Non ritengo corretto farsi pagare per un’ospitata televisiva, dopodiché tutto il mondo si fa pagare per la qualsiasi. Ma io non intendo adeguarmi a questa abitudine di prendere soldi per andare a parlare in televisione. Tuttavia, non critico in modo eccessivo chi lo fa”.
Riguardo alla manifestazione odierna dei negazionisti del covid, Galli osserva: “Eventi di questo genere non li proibirei, perché credo che in democrazia non sia opportuno vietare niente, altrimenti cose che magari non avrebbero grande riscontro sarebbero costellate di vittimismo. Lasciamo perdere. Purtroppo, però, in tv “the show must go on” e quindi vedi persone che portano avanti ipotesi screditate hanno comunque molta audience. E più si litiga, meglio è. Una cosa però ho imparato – spiega – quando so che in una trasmissione televisiva avrò di fronte qualcuno che porta avanti tesi assolutamente inaccettabili dal punto di vista scientifico, cerco di non essere presente e di non essere parte del dibattito, perché c’è il rischio che un’affermazione basata su fatti scientifici venga considerata di pari dignità con quello sostenuto da quelle persone. E, visto che non è di pari dignità, noi dovremmo fare in modo di evitare questi dibattiti. Confrontarmi con Enrico Montesano in tv sul covid? Credo proprio di no, con tutto il rispetto“.

Il medico si pronuncia sulla situazione preoccupante dei contagi e fa un nuovo riferimento sarcastico a Nicola Porro: “Chiudere i ristoranti dopo le 22? Oggi no, anche perché quello è un passo in più verso delle chiusure veramente pesanti e dolorose. Ma è necessario che ci limitiamo in qualcosa. Vogliamo mantenere aperte le scuole, le fabbriche e le attività economiche di importanza fondamentale e strategica? Credo proprio di sì. Non chiuderei affatto i bar. No, no e no – continua – Per me in questo momento bisogna usare la mascherina e cercare di capire che cosa vuol dire questo segnale dell’aumento di contagi. Dopodiché, in determinate realtà c’è qualcuno (Vincenzo De Luca, ndr) che sta pensando di arrivare anche a chiudere i bar, perché comunque c’è un elemento di pericolosità riscontrata. Ma non dite che l’ho detto io, altrimenti vengo definito ‘poveraccio’ da certi energumeni“.

Staffilata dell’infettivologo ad alcuni colleghi: “Qualcuno si ostina ad appoggiare interessi che poi mi sembrano ormai ben delineati. Ma come si fa a dire che non abbiamo un problema serio in questo momento?”.
A Giuseppe Cruciani che lo incalza sui nomi dei colleghi e che menziona Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Galli risponde: “Non voglio entrare per la millesima volta in polemica con la persona che avete citato. Lei la pensa diversamente da me. Il problema è che un conto è pensarla diversamente, altro conto è avere elementi per fare determinate affermazioni. Le affermazioni di tipo scientifico si basano su dati scientifici. E comunque non pensavo in particolare a lei“.
Il conduttore rilancia col nome di Matteo Bassetti, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Il medico replica: “Beh, l’avete detto voi. Ma se la mettiamo su questo piano, cambiamo discorso e non vado avanti a parlare”.

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