Nasce finalmente la newco pubblica che dovrà ereditare parte degli asset di Alitalia. Si chiamerà Alitalia Ita. I ministri dell’economia Roberto Gualtieri, delle infrastrutture Paola De Micheli, dello sviluppo Stefano Patuanelli e del lavoro Nunzia Catalfo hanno firmato venerdì sera il decreto che costituisce la nuova società, dopo che giovedì è stato sciolto il nodo politico delle nomine in cda. Per trovare la quadra è stato necessario allargare la composizione del board e inserirci una manager indicata da Italia viva. Simonetta Giordani. Gli altri consiglieri sono Alessandra Fratini, Angelo Piazza, Lelio Fornabaio, Frances Vyvyen Ouseley, Silvio Martuccelli e Cristina Girelli. Vi siederanno. Confermata la nomina di Francesco Caio a presidente mentre Fabio Maria Lazzerini sarà ad.

La dote di 3 miliardi prevista dal decreto Rilancio si aggiunge ai 10 miliardi messi sul piatto dal 2008 per tenere in piedi la compagnia. Per Gualtieri “la Newco rappresenta il primo passo verso la costituzione di un vettore di qualità capace di competere sul mercato internazionale. Poniamo le basi per il rilancio del trasporto aereo italiano, attraverso la scelta di manager di primo livello e grande competenza in grado di elaborare e attuare un piano industriale solido e sostenibile”. Cosa che dovrà avvenire quanto prima, considerato che la società come sottolineato dal commissario straordinario Giuseppe Leogrande ha solo 260 milioni in cassa e i ricavi affossati dal Covid, come tutti i gruppi del comparto. Ma i tempi non saranno brevissimi perché ora il decreto dovrà essere convertito in Parlamento. E l’operazione deve avere il via libera di Bruxelles: la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager dovrà valutare se le scelte fatte possono essere considerate aiuti di Stato illegali. Sarà quindi valutata la discontinuità rispetto alla vecchia compagnia ma anche gli asset, i dipendenti quasi 7mila sono in cassa integrazione – e la composizione aziendale.

De Micheli parla non a caso una nuova compagnia “in netta discontinuità con il passato e che dovrà giocare un ruolo da protagonista sul mercato europeo e internazionale”, “una grande operazione industriale al servizio del Paese, a sostegno della competitività delle nostre imprese e per il rilancio del turismo italiano”. Per Catalfo “abbiamo bisogno di una compagnia di bandiera che aiuti l’Italia a ripartire”. E secondo Patuanelli “in un contesto di mercato quasi azzerato abbiamo la possibilità di consentire un serio sviluppo industriale nazionale nel settore del trasporto aereo”.

“Bene la firma del decreto per la partenza Newco e le nomine del CdA che esprimono anche competenze del settore ma permane la preoccupazione per la complessità della situazione e per i 7mila lavoratori in cigs”, commenta il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, spiegando che “per rendere operativa l’azienda serviranno diversi mesi e nel frattempo si continuano a bruciare risorse, si cancellano voli e la compagnia è praticamente ferma”. “Siamo già in ritardo e la situazione, ogni giorno che passa, diventa disperata – denuncia il dirigente nazionale della Filt Cgil – e se non si interviene tempestivamente l’operazione di salvataggio potrebbe essere tardiva con il rischio della perdita del lavoro per i dipendenti di Alitalia e dell’indotto”. “Era ora che arrivasse il decreto di costituzione della Newco di Alitalia. Da questo momento inizia una nuova epoca e non bisogna sbagliare mosse a partire dall’elaborazione di un piano industriale ambizioso, che auspichiamo di conoscere al più presto”. dichiara il segretario generale della Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia.

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