L’Ecofin ha approvato, a maggioranza qualificata, il testo di compromesso sulla governance del Recovery fund presentato dalla presidenza tedesca. La proposta dunque passa, come ha annunciato il ministro tedesco Olaf Scholz, nonostante lo scetticismo di diverse delegazioni che avrebbero voluto riaprire il testo. Lussemburgo, Irlanda e Olanda, tra gli altri, chiedevano di aggiungere un esplicito riferimento al legame con le raccomandazioni del 2019. Scholz ha ritenuto più urgente andare avanti per avviare i negoziati con il Parlamento Ue anche su questo punto, visto che si teme un ritardo nel via libera definitivo al piano per la ripresa europea da 750 miliardi di euro. “Se non lo approviamo oggi rischiamo di trovarci in una situazione difficile perché rischiamo di allungare in modo smisurato i tempi”, ha detto Scholz. “E questo potrebbe essere un grosso problema”.

“Accordo all’Ecofin sul regolamento del Recovery Resilience Facility. Tempi certi e assenza di potere di veto per le procedure di pagamento, il 10% di anticipo sarà sul totale delle quote spettanti Recovery Fund”, annuncia su Twitter il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. “L’Ecofin ha raggiunto un ampio consenso”, aggiunge su Twitter il commissario europeo Paolo Gentiloni. “Una decisione formale sarà ora presa dal Coreper“, il Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Unione europea. “Siamo pronti a discutere con il Parlamento. Il tempo è essenziale per sostenere la ripresa e rafforzare la fiducia”.

“Sono felice che si sia compiuto un passo importante oggi per sostenere paesi europei in questo momento cosi difficile”, ha detto dal canto suo il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. “Ora attendiamo la posizione del Parlamento europeo. Il tempo è fondamentale. Vogliamo rendere operativo questo nuovo strumento il più rapidamente possibile in modo che gli Stati membri possano procedere con riforme e investimenti”. Il lavoro sul Recovery Fund “si intensificherà prossime settimane, a partire da 15 ottobre, quando Paesi potranno inviare informalmente i loro piani nazionali”, ha ricordato.

Il ministro olandese dell’economia, Wopke Hoekstra, esce sconfitto. Aveva chiesto tra il resto “un legame più forte tra raccomandazioni e Patto di stabilità” aggiungendo che l’Olanda “non accetterà un annacquamento” della procedura che prevede di coinvolgere gli sherpa dell’Ecofin (Cef) nella decisione sugli obiettivi da raggiungere per sbloccare le tranche di finanziamento. A fine luglio, quando il Consiglio Ue ha trovato l’intesa sul Recovery, il premier olandese Mark Rutte ha ottenuto quello che è stato definito “freno di emergenza” sugli esborsi, ma in sostanza il Consiglio non potrà fare nulla di concreto se non “discutere in maniera esaustiva” il problema ritardando di non più di tre mesi il versamento dei soldi.

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