“Sono tornati i candidati neofascisti con le mascherine con la scritta ‘Boia chi molla’ e non posso pensare che chi usa quei simboli e lo urla nelle piazze possa guidare e comandare la Toscana“. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, chiude la campagna elettorale a sostegno di Eugenio Giani in vista delle elezioni Regionali. E lo fa con un tour de force che lo porterà a tenere comizi a Viareggio, Pisa, Livorno, Lucca e Pistoia in un solo giorno.

E proprio dall’evento organizzato in Versilia il Dem parte all’attacco della Lega e della sua candidata, Susanna Ceccardi, che per la prima volta si trova a sfidare l’egemonia storica del centrosinistra, in una corsa a Palazzo Sacrati Strozzi che si preannuncia come un testa a testa senza precedenti nella storia regionale.

“Rispetto opinioni e identità di tutti – ha continuato Zingaretti -, ma mi domando cosa altro deve accadere per non far scattare nelle persone l’allarme democratico per difendere la Toscana”. Difendere è esattamente ciò che la lista che sostiene Giani è chiamata a fare, dato che il centrodestra, forte del largo consenso nazionale della Lega che non ha risparmiato anche la regione ‘rossa’ d’Italia, si presenterà al voto unito. A differenza della sinistra, con Tommaso Fattori, candidato di Toscana a Sinistra, che non appoggerà la lista del presidente del Consiglio regionale, e senza che sia stato trovato anche un accordo tra la lista di Giani e il Movimento 5 Stelle, con il rischio dispersione dei voti che preoccupa non poco i Dem. “La mobilità dell’elettorato – ha detto non a caso Zingaretti – è valore aggiunto, ricchezza della democrazia e l’appello che faccio è che si può rimanere delle proprie opinioni ma a poche ore dal voto è chiaro che l’unica candidatura che può fermare la destra e i neofascisti è quella di Eugenio Giani”.

E ha insistito su questo punto invitando gli elettori “a unirsi nella difesa di una tradizione che va ben oltre i confini politici”: “Mi rivolgo anche agli elettori moderati – ha concluso – Ho un immenso rispetto di figure come Silvio Berlusconi e del lavoro che sta facendo per mantenere un profilo europeista, ma che cosa c’entra un elettore moderato con chi fa propaganda con ‘Boia chi molla’ o sventolando la bandiera dello scetticismo e del negazionismo sul Covid. Non mi aspettavo che in Toscana si mettesse in lista chi usa tutto questo, ma è accaduto e ora dobbiamo difendere questa regione”.

Al termine del comizio, il segretario è stato anche oggetto di una piccola contestazione da parte di esponenti del Pd che non gli ha permesso di fermarsi ai gazebo. Si tratta di un gruppo di dissidenti che alle elezioni comunali appoggiano la candidatura di Sandro Bonaceto, in polemica con il partito che ha invece scelto di sostenere il sindaco uscente, Giorgio Del Ghingaro.

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