“Lo strumento del referendum è una espressione di democrazia. Permette alla gente di esprimersi su questioni importanti. Il richiamo che si fa sempre è di andare a votare”. L’appello a non disertare le urne in vista del referendum per il taglio dei parlamentari il 20 e 21 settembre è del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Salvo rivelare che lui stesso probabilmente non voterà: “Non credo, non so se tornerò a casa per votare, dovrei tornare in Veneto a casa mia”.

Ai margini di un evento organizzato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il cardinale lancia l’appello al voto ma senza esprimersi sul merito: “Non tocca a me dare un’indicazione sul voto ai cattolici. C’è già una grande polemica”, conclude il cardinale. “Se c’è una istanza è la Conferenza episcopale italiana, ma io non credo che potrà dare una indicazione precisa, si potrà come si fa di solito richiamarsi ai principi e ai valori e lasciare alle persone nella loro coscienza scendere nella pratica per un sì o per un no”.

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Referendum, la campagna bifronte della destra: sì ma anche no. Votò per il taglio e ora fa campagna solo per far cadere il governo

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