Musica

Com’è andare a un concerto ai tempi del distanziamento? Vi raccontiamo quello di Diodato

Oltre ai grandi eventi con il pubblico ridotto come i “Seat Music Awards” e l'esperimento in live streaming a pagamento di “Heroes”, questa estate alcuni cantanti hanno girato l'Italia per proporre una nuova formula di concerti, rispettosa delle normative anti Covid-19. Noi de IlFattoQuotidiano.it siamo andati a curiosare all'ultima data del tour di Diodato a Milano 

di Andrea Conti

Il dibattito attorno alla musica dal vivo è più infuocato che mai. Le tre grandi agenzie Live Nation Italia, Vivo Concerti e Friends And Partners, oltre a denunciare una grande crisi del settore a causa del blocco degli assembramenti e quindi dei grandi concerti estivi (-91% di ricavato rispetto allo scorso anno), si interrogano su quando e come si potrà ripartire. C’è chi dice a marzo 2021, nella migliore della ipotesi, chi, invece, allarga le braccia e spera si possa ripartire nella prossima estate. Quel che è certo è che nella proroga del Dpcm, fino al 30 settembre, non c’è alcun allentamento sul tema concerti.

Così questa estate qualche agenzia indipendente, come OTR Live, ha rimesso in moto la macchina dei concerti cercando di districarsi tra le normative imposte dal Governo. Quindi sono partiti in tour, in location all’aperto, artisti come Max Gazzè, Daniele Silvestri e Diodato, per citarne alcuni. Anche Friends And Partners si è messa in moto, organizzando il tour chitarra e voce di Nek che poi ha devoluto i proventi a favore dei lavoratori dello spettacolo, che versano in grave crisi economica ormai da mesi. Elisa poi ha annunciato dal 15 settembre sei tappe per sostenere le persone della sua crew e i suoi musicisti, il ricavato dei concerti infatti andrà interamente a tutti loro.

Il risultato di questi mini live estivi è stato sorprendente e la risposta del pubblico, che evidentemente aveva voglia di godere di qualche momento di spensieratezza, è stata più che positiva, consentendo così il sold out in breve tempo. Noi di FQMagazine siamo andati a curiosare all’ultima tappa del tour di Diodato al Castello Sforzesco di Milano per capire se la dimensione del live è possibile nonostante le misure anti Covid-19. La location era sold out, con un massimo di mille persone consentite, controllo della temperatura all’ingresso con il termoscanner, poi si staccano i biglietti e subito a disposizione compare un grande contenitore di gel igienizzante, presente anche al secondo ingresso dell’area della platea. Sedie divise a gruppi e con codici alfanumerici, posti distanziati un metro all’altro, mentre per congiunti o conoscenti ci si siede a gruppi vicini. Una voce fuori campo prima del concerto invita il pubblico a rispettare le norme sanitarie dall’utilizzo della mascherina qualora ci si alzi dal posto a sedere a lavarsi con frequenza le mani con il gel. Tutto organizzato perfettamente.

Poi inizia il concerto con Diodato, al massimo della sua forma artistica e vocale, accompagnato da sei musicisti e una corista. “Spero che queste serate che abbiamo fatto con questo piccolo tour, ci abbiano insegnato in qualche modo che non dobbiamo aver paura di questa felicità”, ha detto a metà concerto per poi lanciarsi in un urlo liberatorio al termine dello show “quanto mi è mancato tutto questo!”. Dure ore fitte di musica con qualche chicca come la cover di Fabrizio De André “ Amore che vieni, amore che vai” e “La voce del silenzio” in coppia con Manuel Agnelli, ospite a sorpresa dell’ultimo concerto. Con il leader degli Afterhours poi il vincitore di Sanremo ha cantato l’intensa “Musa di nessuno”, uno dei pezzi più belli della band. Gran finale con i tre brani più importanti della carriera del cantautore: “Babilonia” (secondo posto a Sanremo Giovani 2014), la canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2020 “Fai rumore” e “Che vita meravigliosa” dalla colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek “La dea fortuna”, vincitore del David di Donatello e Nastro d’argento per la miglior canzone originale. Ovazione e applausi finali sempre distanziati e ognuno al proprio posto.

I concerti ai tempi del Covid-19 dunque sono possibili e non tolgono l’energia e la magia di un live sottopalco. Chiaramente l’indotto e gli incassi, considerando le spese di produzione, non sono paragonabili a quelli di un normale evento, specie se si parla di grandi spazi e artisti con una fanbase numerosa, si pensi a Vasco o Ligabue. Importante però aver lanciato un segnale positivo specialmente in una estate che sta per concludersi con un numero crescente di contagiati da coronavirus. Cosa accadrà questo autunno-inverno è difficile dirlo, gli organizzatori sperano che in qualche modo il numero massimo ad oggi fissato per eventi al chiuso (specie i teatri) di 200 persona , ossa arrivare almeno a mille per poter affrontare i costi minimi di produzione e pensare a qualche mini concerto da replicare, dopo il successo di questa estate. Al momento però dal governo tutto tace, in attesa di valutare la curva epidemiologica delle prossime settimane. Quindi ad oggi l’appuntamento per i nuovi live è fissato al 2021.

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