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Taglio parlamentari, il senatore M5s Mantero si schiera per il No: “E’ come la finta abolizione del Senato di Renzi”. Ma in Aula votò a favore

L'annuncio del parlamentare in un lungo post su Facebook: "La riforma nella direzione di accrescere ancora il potere del governo depotenziando la rappresentanza dei cittadini". A luglio 2019, nell'ultimo passaggio della legge a Palazzo Madama, si espresse a favore della riduzione delle poltrone
Taglio parlamentari, il senatore M5s Mantero si schiera per il No: “E’ come la finta abolizione del Senato di Renzi”. Ma in Aula votò a favore
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Il senatore M5s Matteo Mantero ha annunciato che voterà No al referendum sul taglio dei parlamentari: “E’ esattamente come la finta abolizione del Senato di Renzi”, ha scritto in un lungo post su Facebook. Il parlamentare, che solo a luglio 2019, nell’ultimo passaggio della legge a Palazzo Madama, aveva votato a favore in linea con il gruppo, oggi ha deciso di unirsi allo schieramento del No. Il 20 agosto scorso era stata la collega deputata Elisa Siragusa a fare lo stesso annuncio.

Mantero, senatore al secondo mandato e noto per essere tra i primi firmatari del ddl sul Fine vita, già in passato si era più volte schierato contro la linea ufficiale del Movimento. Ad esempio, durante il governo gialloverde, si era astenuto sul decreto Sicurezza e aveva rischiato sanzioni disciplinari da parte dei probiviri. Oggi la decisione di non seguire i colleghi su una delle battaglie fondative del Movimento: la riduzione delle poltrone. “Il taglio dei parlamentari”, si legge nel post, “va nella direzione di accrescere ancora il potere del governo depotenziando la rappresentanza dei cittadini. Per essere più chiari i governi vogliono essere liberi di agire senza che nessuno gli rompa i coglioni. Per questo da cittadino voterò No al taglio dei parlamentari”. Mantero ha specificato di non avere secondi fini e di essere alla fine della sua carriera in Parlamento: “Non ho alcun interesse personale in gioco perché la mia esperienza politica nelle istituzioni finirà con questo mandato (a prescindere da eventuali altre deroghe al limite di mandati che il M5s si auto impone non mi ricandiderò quindi non sto difendendo il ‘mio posto’). A pensarci bene invece un interesse personale ce l’ho eccome: da cittadino voglio un Parlamento forte, che difenda i miei interessi e diritti. Più saranno i parlamentari e più mi saranno vicini (con circoscrizioni piccole) più sarò rappresentato e più avrò la certezza che non ci sarà una deriva antidemocratica”.

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