Sono arrivati a tempo di record nella capitale 30mila kit per i test rapidi del coronavirus da destinare agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino per monitorare i passeggeri di rientro dai paesi a rischio di contagio. Duemila tamponi sono stati effettuati nella sola giornata di oggi a Roma: 6 casi positivi trovati. La Lombardia invece è in ritardo e solo a metà settimana anche Milano – Malpensa e Linate – dovrebbe correre ai ripari e fare lo screening alle persone che tornano a casa con il rischio di portarsi dietro il virus. “Il confronto con Fiumicino è impietoso“, le poche ma chiare parole usata dal primario dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, per commentare la situazione.

Sono passati cinque giorni dall’ordinanza del ministero della Salute con la quale è stato imposto il tampone per chi rientra da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. A Fiumicino l’applicazione della misura prevista dal governo inizia a dare i suoi frutti. Nello scalo romano, in cui i test molecolari sono scattati da domenica, sono stati già rintracciati i primi turisti positivi. Mentre c’è chi, come Andrea Crisanti, propone di fare i tamponi “prima di mettersi in viaggio per l’Italia“. Il docente di microbiologia all’università di Padova, in prima linea nella gestione dell’emergenza in Veneto, a Timeline su Sky Tg24 ha spiegato che fare i tamponi ai turisti in arrivo non è “la soluzione per il lungo termine“. “Credo invece che la cosa da fare sia che prima di mettersi in viaggio per l’Italia da uno dei paesi a rischio i passeggeri si facciano il test e che le compagnie aeree non accettino chi non ha il test negativo“, ha aggiunto Crisanti, sostenendo che “finché sono piccoli numeri si possono anche fare i test più o meno rapidi, ma quando i flussi torneranno normali bisognerà trovare soluzioni diverse e innovative”.

I casi già rintracciati a Fiumicino
A Fiumicino “il sistema sta funzionando e siamo pronti ad esportare il ‘modello di Roma‘ per la sicurezza in aeroporto a chi ce lo richiede”, ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Nella prima giornata sono già 5 i positivi accertati. Il primo caso un giovane, ora in isolamento, di Pescara di ritorno da Malta con un volo Ryanair: è stato anche “avviato il contact tracing” è in corso la notifica alla Asl abruzzese. Il secondo è invece una una ragazza romana proveniente dall’isola di Skiathos dopo aver fatto scalo ad Atene. Un terzo caso ha riguardato un ragazzo francese proveniente dalla Croazia (Spalato). Il quarto positivo trovato è invece un ragazzo spagnolo proveniente da Barcellona e che voleva raggiungere la Toscana. Dalla Catalogna arriva anche il quinto caso: si tratta di un bambino di sei anni che viaggiava con la famiglia. In serata individuato anche un sesto caso positivo ai test rapidi: una ragazza romana proveniente da Tenerife. E’ asintomatica ed è stata posta in isolamento.

Gli aeroporti dove è attivo lo screening
Anche nell’altro scalo romano, quello di Ciampino, è da oggi attivo lo screening immediato volontario – altrimenti si hanno 48 ore di tempo per farli in uno dei tanti drive-in aperti dalla Regione a Roma e nel Lazio – per i turisti che rientrano dai quattro Paesi considerati a rischio contagio. I test rapidi vengono effettuati presso il terminal arrivi su una superficie di circa 150 metri quadri, dove sono presenti 3 box con personale medico Usmaf. A Fiumicino, invece, la zona per i tamponi può ospitare fino a 480 passeggeri contemporaneamente. Anche in Veneto – negli scali di Venezia Marco Polo e Verona Valerio Catullo – i controlli vengono effettuati all’arrivo da Ferragosto. Stesse tempistiche anche a Pescara e Perugia. A Bologna un servizio “sperimentale” dovrebbe essere attivato nei prossimi giorni, mentre il servizio sarà attivo a Torino Caselle da oggi, lunedì 17. In procinto di partire anche lo screening rapido negli aeroporti siciliani di Palermo e Catania.

Gli scali in attesa e il caso Lombardia
Nessun controllo immediato, invece, in Puglia nei due scali internazionali di Bari e Brindisi. Domenica Pier Luigi Lopalco, capo della task force anti-Covid della Regione Puglia, aveva spiegato perché si è deciso che il test andrà effettuato almeno 72 ore dopo l’arrivo e non nelle prime 48 ore come stabilito dall’ordinanza ministeriale. Chi arriva a Napoli, invece, dovrà mettersi in isolamento e prendere un appuntamento con i centri che effettuano il tempo, mentre i turisti al rientro su Genova devono contattare le Asl per segnalarsi. Restano un caso anche gli aeroporti lombardi di Linate, Malpensa e Bergamo.

Galli (Sacco): “Confronto impietoso con Fiumicino”
“Stiamo lavorando in queste ore per poter effettuare i tamponi a chi rientra in aereo da Spagna, Grecia e Malta direttamente in prossimità o all’interno degli aeroporti di Linate e Malpensa”, ha detto domenica sera l’assessore al Welfare Giulio Gallera. “In questi primi tre giorni – sottolinea l’assessore regionale – abbiamo già registrato 5mila prenotazioni da parte di cittadini afferenti al territorio dell’Ats di Milano. Nella bergamasca, invece, sono stati già effettuati 1.100 tamponi, soprattutto a cittadini provenienti dallo scalo aeroportuale di Orio al Serio”. Tantissimi turisti rientrati nel week end di Ferragosto hanno lamentato le scarse informazioni presenti e la difficoltà di contattare le Ats per segnalarsi e prenotare un tampone. “No comment, ma il confronto con Fiumicino è impietoso. Non c’è altro da dire: è impietoso”, è il commentato del primario dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.

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