Mentre in tutta Italia monta il “caso” delle discoteche, fonti di contagio tra i più giovani, molte delle quali chiuse dopo assembramenti, in Sardegna le sale da ballo all’aperto rimarranno serrate. Almeno fino a una nuova ordinanza regionale. Secondo l’ultimo decreto della presidenza del consiglio dei ministri, infatti, i locali non dovrebbero riaprire fino al 7 settembre, ma la norma lascia la possibilità alle singole regioni, “in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori”, di “stabilire una diversa data di ripresa delle attività”. Così, visto che l’ordinanza di Christian Solinas che le riapriva è scaduta il 31 luglio, e che la momento non è stata rinnovata, valgono le regole decise al livello nazionale.

Il presidente ha specificato che “non c’è in elaborazione un’ordinanza che le chiude”, ma che, appunto, “è il dpcm a chiuderle a farlo al livello nazionale”. Per questo è in corso “un’interlocuzione con il comitato tecnico scientifico della Regione che sta valutando la situazione”. Solinas ha sottolineato che si sta valutando “una modalità sostenibile” che integri quindi i controlli, anche per non pregiudicare gli investimenti fatti “nel settore”. È chiaro però, ha concluso, che “non possiamo mettere in secondo piano il principio della tutela della salute pubblica che deve restare l’obiettivo fondamentale”

Saltano, quindi, almeno per ora e proprio nella settimana di Ferragosto decine di serate, già programmate nei locali delle città turistiche. Ma nessun locale per il momento ha fatto cenno a una possibile sospensione. “Si è creato un corto circuito e le nostre imprese sono nel caos – spiega all’Ansa Emanuele Frongia, presidente di Fipe Confcommercio sud Sardegna, associazione che comprende anche il Silb, settore intrattenimento da ballo e di spettacolo – La Regione dovrebbe esporsi e trovare una soluzione soprattutto perché siamo in una situazione particolare”.

In realtà nell’isola l’aumento dei contagi aveva già spinto alcuni sindaci a una stretta alla movida, firmando quindi proprie ordinanze di chiusura delle discoteche con divieti anche sulla somministrazione di alcolici dopo mezzanotte. Come a Carloforte, comune dell’isola di San Pietro, sulla costa sud occidentale, dove, dopo i primi casi positivi tra i ragazzi che avevano frequentato discoteche e feste private, una cinquantina di persone sono in isolamento domiciliare e il primo cittadino ha deciso di procedere con tamponi a tappeto: oltre 400 quelli effettuati finora.

Con l’ordinanza di metà luglio Solinas aveva dato l’ok anche allo svolgimento di sagre, fiere e feste paesane all’aperto, che adesso non dovrebbero più tenersi perché il Dpcm prevede che restino sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni fissate per contrastare la diffusione del contagio. Secondo alcune indiscrezioni, però, nelle prossime ore il presidente della Regione potrebbe adottare un’ordinanza restrittiva sulle discoteche, ma autorizzare l’organizzazione di feste e sagre.

Il caso della Sardegna apre quindi alla possibilità che anche altre regioni seguano Solinas. Le linee guida dell’esecutivo, infatti, sono chiare, e le polemiche attorno ai luoghi della movida crescono ogni giorno di più. Intanto aumentano i controlli, e le multe ai gestori, anche se, spiegano molti dj, “gli assembramenti sono inevitabili”. E non mancano in queste ore ordinanze ad hoc da parte di governatori e sindaci che “corrono ai ripari per la prevedibile folla di Ferragosto.

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