È polemica dopo lo spot per promuovere il turismo della regione Calabria realizzato dal giornalista e consigliere comunale di San Luca Klaus Davi e proposto ai sindaci della Locride durante un incontro avvenuto a Siderno lo scorso 26 giugno. Le parole “malattia” e “Covid” non ci sono. Ma ci sono frasi del tipo: “Con il dilagare dell’epidemia nel nord Italia non sarà più possibile praticare una cultura di massa del turismo”. E sono queste frasi, abbinate alle immagini di traffico e ciminiere – con la spiegazione che in “altre zone d’Italia i tassi di inquinamento sono alle stelle” e che le polveri sottili hanno ucciso “migliaia di persone” – che hanno scatenato le contestazioni. Dopo aver visto il video, i sindaci della Locride lo hanno applaudito senza muovere alcuna critica al messaggio, considerato offensivo per le regioni del nord, che Davi ha fatto passare per rilanciare la regione. A prendere le distanze oggi, almeno in parte, dopo che il caso è esploso, è stata la presidente regionale, Jole Santelli. “La Calabria ha tanto da offrire ai turisti, non ha alcuna necessità di ‘attaccare’ altri luoghi del nostro Paese o di puntare su una alquanto discutibile pubblicità comparativa. Personalmente non avrei mai realizzato quello spot ma, altrettanto sinceramente, dico che un Nord piagnone che si lamenta di ‘razzismo’ da parte del Sud fa davvero sorridere”, ha detto la governatrice, sottolineando che “per anni e anni siamo stati vittime di pregiudizi e di narrazioni negative quanto false”.

Nello spot il massmediologo, infatti, utilizza le immagini delle spiagge affollate di Jesolo, Rimini e Rapallo per far capire che, a differenza di quelle zone, “in Italia esiste un luogo dove c’è la cultura del rispetto del suolo e del distanziamento sociale. Ed è la Calabria”. Davi la chiama “pubblicità comparativa”. Per il presidente di Anci Veneto Mario Conte, invece, o spot realizzato dall’agenzia “Klaus Davi & Co” in collaborazione con la televisione locale “Reggio Tv”, è una “vergogna”. “Vergogna, vergogna, vergogna. – dice Conte – Non c’è altro commento per questa campagna pubblicitaria che non ha il minimo rispetto di quanto successo al Nord in questi mesi e che ha visto morire medici, infermieri, farmacisti e in alcuni casi anche sindaci che sono stati fino all’ultimo minuto in trincea al fianco dei cittadini. Chi oggi lancia questo spot lucra anche su questo e non porta alcun rispetto per il territorio e per le comunità”.

Il presidente del Veneto Luca Zaia è ancora più duro: “È un video che offende i nostri territori e i nostri operatori. Ho visto quello spot, è chiaro che è stato fatto solo per far parlare gratis della Calabria. Penso non sia corretto fare uno spot così e scrivere nei sottotitoli che qui la gente muore per le polveri sottili, e far credere direttamente o indirettamente al turista che venendo qui mette a repentaglio la sua vita per il coronavirus, non è correttezza istituzionale”. “Evidentemente poi si sono dimenticati delle tante brutte cose che la Calabria sa esprimere a livello nazionale e internazionale”, continua il governatore rivolgendosi a Davi a ai sindaci della Locride.

Il rischio, adesso, è di un effetto contrario per il turismo in Calabria. Tanto che a prendere le distanze sono gli stessi operatori turistici calabresi, in particolare, per il Consorzio albergatori della Riviera dei Gelsomini. “Il messaggio diffuso da Klaus Davi e da alcuni sindaci, non è per nulla aderente al pensiero dei cittadini. Non è questa la nostra idea di rilancio del territorio, a scapito di qualcun altro – dicono – Il video realizzato da Klaus Davi è il messaggio di uno straniero in una terra che si è fidata poco di sé stessa fino ad oggi”. Minimizza, invece, lo stesso massmediologo. “Tanto rumore per nulla. – dice – Non figurano da nessuna parte le parole ‘malattia’ e ‘covid’. Ma in alcune regioni siamo in campagna elettorale e devono lucrare consenso sulla pelle dei calabresi. Cose normali fa parte del gioco”.

In realtà in campagna elettorale ci vorrebbe andare proprio Klaus Davi, ex candidato a sindaco di San Luca nel 2019 quando è stato battuto da Bruno Bartolo. Quest’ultimo è stato eletto sindaco con più del 90% dei voti nel paesino della Locride, ritenuto dagli inquirenti “la culla della ‘ndrangheta”, che era stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Dopo anni di commissariamento, infatti, l’ostacolo più grande rendere valide le elezioni comunali (il quorum) è stato superato grazie alla candidatura di Klaus Davi che con il suo 9% è diventato consigliere comunale.

A distanza di due anni, il mass mediologo ci riprova: altro Comune e altra campagna elettorale. Ma anche altre polemiche e, di conseguenza, pubblicità. Negli stessi giorni in cui compare lo spot che sembra dire “venite in vacanza da noi, al nord ci si ammala”, Klaus Davi annuncia la sua candidatura a sindaco di Reggio Calabria. Le elezioni sono a settembre e il consigliere di San Luca annuncia la sua decisione in un’intervista a Radio Capital: “Voglio guardare questa città verso il riscatto. La mia sarà una lista civica sganciata dai partiti. L’attuale sindaco Falcomatà è una brava persona e non dico che non si sia impegnato ma come politico ha completamente fallito. La città è sommersa dai rifiuti, l’aeroporto è chiuso. Anche se per lui non era facile vista la voragine di debiti lasciati da Scopelliti (l’ex sindaco di centrodestra, ndr). Ma la gente vuole cambiare. Con me Reggio diventerà un polo turistico. Non sarà seconda a nessuno”. Oggi lo spot che offende il nord Italia, domani la sua candidatura a sindaco di Reggio Calabria. Purché se ne parli.

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