Dopo oltre due anni di governo grillino, il punto sulla Giustizia, da loro amministrata, si può fare. E basterebbe prendere i numeri e leggere gli ultimi avvenimenti – scarcerazione per decorrenza dei termini di Carminati e scarcerazioni dei vari boss mafiosi – per capire come il Ministero amministrato da Alfonso Bonafede desti forti preoccupazioni.

Riforme reali ed utili mai fatte ma solo propaganda demagogica e nulla di più. L’esempio classico è sulla prescrizione: una riforma completamente sbagliata e superata dalla realtà e dalle reali condizioni dei tribunali italiani e dalla condizioni delle carceri. I processi arrivano già morti prima di iniziare e la prescrizione nulla c’entra. Senza poi considerare la carenza cronica di magistrati e cancellieri in molti tribunali.

Il quadro – se possibile – si è ampliato in peggio dall’emergenza Covid che vede il sistema giudiziario completamente impantanato e organizzato in ordine sparso.

Oltre a questo le continue ombre lanciate insistentemente dal consigliere del Csm, Nino Di Matteo, sulla sua mancata nomina al Dap. E le intercettazioni di Luca Palamara che disegnano un sistema di correnti nella magistratura che si intreccia con disinvoltura con politica, giornalismo e ogni altro tipo di potere.

Insomma uno scenario molto preoccupante e che evidentemente tutti hanno timore ad affrontare.

E diciamo la verità. Se al Ministero della Giustizia ci fosse stato un altro partito oggi i grillini avrebbero fatto la loro classica sceneggiata e riempito le tv e i giornali – oltre ai social – di insulti e improperi contro la casta. Immaginatevi voi se Carminati e i boss mafiosi fossero usciti dal carcere con al Ministero un politico di un altro colore.

Il finimondo.

Ma questo è quello che sta accadendo e purtroppo non se ne vede una luce. La giustizia grillina è al lavoro da due anni e questi sono i risultati, una discesa senza fine e nessuna reale prospettiva.

Basterebbe andare un giorno in tribunale o nelle carceri per capire veramente di cosa si parla. Fare oggi una causa è vedere una sentenza civile veloce è impossibile. Nel campo penale anche peggio. I criminali ringraziano e le vittime non trovano il giusto conforto. Sulla questione poi, della sempre dimenticata, funzione rieducativa della pena neanche ne parliamo più.

Ma il problema vero è che tutto questo continua ad allontanare gli investitori che non si sentono sicuri e che vedono un sistema giudiziario inefficace e pericoloso. Un Paese così di certo non può definirsi civile. Ecco, che avrebbero detto oggi i grillini di allora?

Questo è il frutto della incompetenza al potere e della facile propaganda populistica fatta quando si era all’opposizione. E i risultati poi si vedono senza scusanti. Questa è l’idea di Giustizia? Quelli che dicevano basta anche il sospetto per doversi dimettere. Ad oggi questi i risultati: un disastro.

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