La Bce sorprende i mercati rafforzando di 600 miliardi la dotazione del programma di acquisto di titoli pandemico Pepp lanciato il 19 marzo. Il totale arriva così a 1.350 miliardi, che si sommano ai 20 miliardi al mese (più 120 miliardi aggiuntivi entro fine anno) già previsti dal “vecchio” quantitative easing. Inoltre il programma viene esteso almeno alla fine di giugno 2021 e il Consiglio direttivo assicura che “effettuerà acquisti netti di attivi fino a quando riterrà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata”. Altro punto cruciale è che l’Eurotower continuerà a utilizzare gli acquisti “con tutta la flessibilità necessaria per fronteggiare i rischi di frammentazione dell’area euro”: vale a dire che comprerà in proporzione più titoli dei Paesi più colpiti, senza rispettare le quote di partecipazione al suo capitale. Tradotto: interverrà per chiudere gli spread.

L’Eurotower dunque va avanti dritta nonostante la sentenza della Corte costituzionale tedesca molto critica nei confronti del quantitative easing di Mario Draghi (decisione che peraltro non mette in discussione il piano pandemico). “La Bce è soggetta alla giurisdizione della Corte europea di giustizia” che ha giudicato il programma di acquisti “in linea con il mandato”, ha ribadito Christine Lagarde in conferenza stampa. “Noi esaminiamo sempre i costi e benefici delle misure adottate”, ha aggiunto. I giudici tedeschi hanno chiesto alla Bce di provare entro tre mesi la proporzionalità del piano di acquisti rispetto agli effetti di politica fiscale ed economica che ne derivano.

Decisione oltre le attese. Crolla lo spread – La decisione ha superato le previsioni degli investitori, che si aspettavano un incremento massimo di 500 miliardi tenendo conto del fatto che nel frattempo la Commissione europea ha proposto un vasto programma di stimolo di bilancio. Dopo la notizia, il differenziale di rendimento tra Btp e Bund tedesco è crollato a 174 punti base dai 189 dell’apertura, con il tasso sul decennale italiano a 1,39%. Ieri il Tesoro ha emesso 14 miliardi di Btp decennali con tasso annuo dell’1,65%.

Peggiorano le previsioni: “Nel 2020 pil Eurozona a -8,7%” – La presidente Lagarde ha motivato la scelta sottolineando la “contrazione senza precedenti” dell’attività economica nel secondo trimestre, che sarà seguita da una ripresa nella seconda metà dell’anno solo “attraverso il sostegno cruciale offerto dalla politica fiscale e monetaria“. Comunque, secondo le stime della Bce l’economia dell’eurozona dovrebbe contrarsi dell’8,7% nel 2020 per poi rimbalzare a +5,2% nel 2021. Il rafforzamento degli acquisti è legato anche alla bassa inflazione determinata in parte dal forte calo dei prezzi energetici: la crescita dei prezzi è vista in frenata dall’1,2% nel 2019 allo 0,3% nel 2020, mentre l’obiettivo della Bce è fissato intorno al 2%. Di conseguenza è necessario “supportare l’economia” e “le condizioni di finanziamento per le imprese e le famiglie“. Il consiglio è stato “unanime” nel valutare che “occorreva agire”, ha detto Lagarde rispondendo ai giornalisti, e i membri hanno approvato “con ampio consenso” la decisione di espandere il programma di 600 miliardi.

Acquisti flessibili: nessun rispetto rigido delle quote di capitale – Per quanto riguarda la ripartizione per paesi e tipi di asset, la Bce conferma che “gli acquisti continueranno a essere condotti in modo flessibile nel tempo, attraverso le classi di attività e tra le giurisdizioni” così da evitare i rischi per la trasmissione regolare della politica monetaria. Insomma, nessun rispetto rigido della cosiddetta ‘capital key’, una soluzione che consente all’Eurotower di potenziare gli acquisti di titoli italiani anche oltre la quota che spetterebbe alla Penisola. Come dimostrano i dati diffusi martedì: in due mesi l’Eurotower ha comprato 37,4 miliardi di Btp, il 20% degli acquisti totali fatti nell’ambito del programma.

Continuano anche i reinvestimenti – Altra novità importante, il prolungamento della durata degli acquisti netti. In ogni caso, si sottolinea, “il Consiglio direttivo effettuerà acquisti netti di attivi fino a quando riterrà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata”. C’è poi l’impegno a reinvestire i titoli man mano che arriveranno a scadenza: quelli comprati col Pepp almeno fino a 2022. Quelli del vecchio Qe di Draghi, che prosegue a tempo indefinito al ritmo di 20 miliardi di acquisti al mese più i 120 miliardi aggiuntivi per il 2020, per tutto il tempo che la Bce giudicherà necessario.

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