Un Recovery Instrument legato al prossimo bilancio europeo 2021-2027, con una potenza di fuoco da 750 miliardi di euro raccolti sul mercato attraverso l’emissione di bond. Ben 500 verrebbero distribuiti a titolo di sovvenzioni a fondo perduto e 250 miliardi come prestiti. L‘Italia sarebbe il principale beneficiario, con ben 81,8 miliardi a fondo perduto e 90,9 a titolo di prestiti. E’ la proposta per la ripresa europea dallo tsunami coronavirus ufficializzata dalla Commissione su mandato dei capi di Stato e di governo. Ai quali spetta ora l’ultima parola. Si rivedranno il 17 e 18 giugno. Ma per ora, nonostante i tentativi di ammorbidire il gruppo dei “frugali” rassicurandoli sul fatto che ci sarà un minimo controllo esterno su come i fondi vengono spesi dai Paesi del Sud Europa, l’accordo appare lontano.

Se il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha parlato di “ottimo segnale da Bruxelles”, il fronte dell’austerità sembra irremovibile: i Paesi Bassi hanno già fatto sapere che le posizioni restano “distanti” e “i negoziati saranno lunghi“. I capi di Stato e di governo si vedranno per esaminare la proposta il 17 e 18 giugno a Bruxelles ma difficilmente si arriverà a conclusioni, come ha anticipato la cancelliera Angela Merkel. Eppure “raggiungere un rapido accordo politico è necessario”, sottolinea la Commissione nel suo comunicato, “per dare nuovo dinamismo alla ripresa e dare all’Europa uno strumento potente per rimettere in piedi la sua economia e costruire il futuro”.

Bilancio 2021-2027 a 1.100 miliardi e “potenziato” da 750 miliardi aggiuntivi – I numeri, anticipati dal commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni che ha parlato di “svolta senza precedenti”, sono stati annunciati ufficialmente dalla presidente Ursula von der Leyen in un discorso al Parlamento europeo. Il bilancio Ue, nel prossimo settennato, dovrebbe salire a 1.100 miliardi. E sarebbe “rinforzato” dal nuovo fondo ribattezzato appunto Next Generation Eu che vale 750 miliardi. Il pacchetto sarebbe composto da 500 miliardi di sovvenzioni – la cifra proposta da Francia e Germania nel loro documento comune – e 250 miliardi di euro di prestiti. I 750 miliardi sarebbero raccolti sul mercato da parte della Commissione attraverso l’emissione di titoli, sostenuta da garanzie indirette degli Stati membri e rimborsata congiuntamente nel corso di decenni. Una mossa controversa, anche alla luce dell’opposizione già espressa dai Paesi ‘frugali’, e che richiede la loro approvazione unanime.

All’Italia la fetta più corposa – I soldi verrebbero immessi nelle economie dei diversi Paesi andando a finanziare programmi europei incentrati sul Green deal, sul digitale e sul sostegno ai lavoratori a partire dai più colpiti dalla crisi. In modo da “riparare il danno di breve periodo causato dalla crisi in un modo che investa nel nostro futuro”. All’Italia, economia medio grande colpita pesantemente dalla pandemia, spetterebbero secondo l’Ansa – ma il dato Paese per Paese sarà diffuso solo domani – 172,7 miliardi: 81,807 sarebbero versati come aiuti e 90,938 miliardi come prestiti. La cifra rappresenta la quota più alta destinata a un singolo Paese, sia in termini assoluti sia per quanto riguarda gli aiuti a fondo perduto che i prestiti. Alla Spagna, che ha la seconda fetta più corposa, verrebbero destinati 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 miliardi di aiuti e 63,1 miliardi di prestiti.

Il pacchetto si somma a Mes, Bei e Sure – Sommando anche le risorse messe in campo con la nuova linea di prestiti del Mes, le garanzie della Banca europea per gli investimenti e il fondo per il finanziamento della cassa integrazione Sure, le misure eccezionali prese a livello europeo raggiungerebbero quota 1.290 miliardi, sottolinea la Commissione. E “applicando stime conservative sull’effetto leva” del bilancio pluriennale e del nuovo fondo si arriverebbe a mobilitare investimenti per 3.100 miliardi, stando alle stime europee. Tutti questi nuovi fondi, se arriverà il via libera dei leader, sarebbero comunque disponibili dal 2021. Come “ponte” fino ad allora viene proposto uno stanziamento di 11,5 miliardi da rendere disponibili già quest’anno attraverso l’iniziativa React-Eu, il Solvency Support Instrument per aiutare le aziende messe a rischio dalla pandemia e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile.

La proposta di nuove tasse per ripagare i bond emessi dalla Commissione – Tecnicamente, la Commissione otterrà i 750 miliardi innalzando “temporaneamente” il tetto delle risorse proprie del bilancio comune al 2% del Pil Ue. Aumentare la differenza tra impegni e pagamenti, alzando i primi, consente di avere un “cuscinetto” di risorse, non versate ma esigibili, da usare come base per emettere obbligazioni e finanziarsi sul mercati. Il debito così emesso dovrà essere rimborsato tra il 2028 e il 2058, attraverso il bilancio comune post 2027. Questo “aiuterà ad allentare la tensione sui budget dei Paesi membri in un momento in cui le finanze pubbliche sono sotto stress”, secondo la Commissione, “ma assicurerà al tempo stesso che tutte le obbligazioni che nascono da questa emissione di debito siano onorate dai futuri budget europei”.Per facilitare il rimborso, Bruxelles propone di attingere nuove risorse dalle tasse sulle emissioni, sulle grandi multinazionali, sulla plastica e una digital tax.

Von der Leyen: “Modello Ue sfidato come mai prima d’ora” – Nel corso del suo discorso davanti alla plenaria di Bruxelles, il capo di Palazzo Berlaymont ha esordito dicendo che “la crisi ha effetti di contagio in tutti i Paesi e nessuno può ripararsi da solo. Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte. O andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme”. “Le proposte più coraggiose sono anche quelle più sicure – ha continuato von der Leyen -, è per questo che oggi proponiamo il Fondo ‘Next Generation Ue’ da 750 miliardi, che si aggiungerà ad un Quadro finanziario pluriennale rivisto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi”. Nel concludere il suo intervento, la politica tedesca ha detto che occorre “fare un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l’Europa”.

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