Dalle ore 00.01 di oggi cadono le limitazioni di spostamento tra una regione e l’altra. Ce lo hanno confermato e ripetuto in tutte le salse, attraverso tutti i mass media esponenti del Governo, da Boccia a Speranza. E invece no, non è proprio così! Ci sarebbe una piccola clausola apposta, scritta in minuscolo, in cirillico, con un bieco barocchismo e un farsesco gattopardismo. Avevamo scherzato: in tutte le regioni, tranne che in Sardegna.

Non se ne accorge difatti nessuno, quasi neppure i giornali sardi (solo l’Unione Sarda ne fa stamani menzione, almeno sino alle ore 7), anche perché la “clausola” viene apposta a sera, aumma aumma, dal “ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il ministro della Salute” (D.M. 2.6.2020 n. 227) e solo i più accorti lo notano.

Traduco subito, in un italiano comprensibile, la perla palesemente incostituzionale oltre che giuridicamente e logicamente aberrante (oserei scrivere ‘affetta da nefandezza e da cialtroneria’ se solo fossero vizi amministrativi), senza dover adoperare il traduttore simultaneo: la regione Sardegna aprirà a tutti solo dal 13 giugno, non prima. In questi giorni sarà consentito solo a chi è residente in Sardegna.

Poffarbacco! E che cosa avrebbe determinato un siffatto provvedimento degno delle migliori menti politiche e giuridiche contemporanee? Leggiamo che ciò avverrebbe “al fine di evitare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nella Regione Sardegna, in relazione anche alla particolare situazione dell’organizzazione sanitaria della stessa Regione” (art. 2, co. 1).

Come ben si legge è dunque una falsa motivazione, poiché non solo non esiste alcuna diffusione “dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nella Regione Sardegna” ma soprattutto non regge nemmeno porla “in relazione anche alla particolare situazione dell’organizzazione sanitaria della stessa Regione” atteso che ciò potrebbe essere estesa anche ad altre regioni del Sud.

Recita l’art. 16 della Costituzione, evidentemente ignoto ai ministri firmatari, che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Pertanto non solo tale limitazione non può essere imposta da una fonte regolamentare (il Dm) ma neppure per “ragioni politiche” che invece palesemente la sorreggono.

E’ difatti evidente che, come scrissi giorni fa – “Che cosa può spingere un governatore a professare per circa due settimane che nessuno entrerà nella ‘sua’ (uti dominus) Regione (nella specie la Sardegna) senza il ‘passaporto sanitario’, poi anche accontentandosi del solo ‘certificato di negatività’, incurante della Costituzione (nella specie l’art. 120 Cost.) e delle uniche certezze della comunità scientifica (ossia che non esiste alcun passaporto o certificato idoneo ad attestare che uno sia immune per sé e soprattutto per gli altri dal Covid-19)?” – che la pretesa ascientifica e illogica del governatore Christian Solinas di blindare l’isola, portata avanti con ostinazione per settimane (nonostante tutti tra scienziati e politici gli abbiano spiegato che non si poteva fare) abbia determinato alla fine una sorta di sindrome di Stoccolma, ossia “la sindrome di Solinas”, prendendo in ostaggio l’azione governativa. Il cui ostaggio ha partorito il Dm 2.6.2020 n. 227 varato al pari dei carbonari.

Sennonché in questi giorni migliaia di persone non residenti in Sardegna hanno prenotato e già pagato viaggi aerei e navali, oltre a versare caparre o addirittura saldare per hotel, b&b o case private, da oggi sino al 13 giugno incluso. Che faranno queste persone quando verranno respinte al mittente come migranti clandestini? Non avranno neppure il tempo di impugnare il diniego poiché il Tar non avrebbe neppure il tempo di sospenderlo.

Infatti solo dal 13 giugno è previsto il riavvio di tutti i voli domestici da e per la Sardegna e anche il trasporto marittimo passeggeri non avrà limitazioni. Ci potranno essere migliaia di cause contro il Ministero per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali (ma non sono da escludersi neppure quelli non patrimoniali) patiti. Di certo quello che è accaduto non è degno di un Paese serio.

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