Una lunga lettera per chiedere di contare di più. Per dare un contributo reale e gestire il rilancio direttamente nelle città. E’ quanto hanno chiesto tredici sindaci delle città metropolitane in una missiva inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che per tutta risposta li ha convocati per domani – 28 maggio maggio – a Palazzo Chigi alle 15. Nella fattispecie i primi cittadini hanno chiesto un nuovo passo nel rapporto con il governo, un rapporta che coinvolga le città nella fase di rilancio del Paese. Se ciò non avverrà, a sentire i sindaci le conseguenze saranno drammatiche: “Siamo convinti, più che mai, che senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane – si legge nella lettera – Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini“.

Gli amministratori locali erano certi di essere maggiormente coinvolti nella gestione della Fase 2 e lo dicono chiaramente, sottolineando che doveva essere il governo “a chiedere il fondamentale apporto dei sindaci per centrare la strategia necessaria per il rilancio del Paese. Aspettavamo maggiore attenzione alle nostre richieste – accusano i sindaci – perché i Comuni conoscono esattamente la realtà, vivono giornalmente le dinamiche sociali e avvertono gli umori della gente”. Ribadendo il senso di responsabilità e la collaborazione dimostrate durante la fase del lockdown, per la ripartenza del Paese i sindaci rivendicano “il ruolo politico che il mandato diretto dei cittadini ci assegna. Vogliamo essere protagonisti di questa delicata fase del Paese per evitare che già alle battute iniziali possa risultare compromessa”.

Entrando nello specifico della richiesta, i sindaci chiedono un confronto con Giuseppe Conte. Su quali tematiche? La lettera parla chiaro: “Risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio”. E ancora: “Misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus”. La risposta di Conte, come detto non si è fatta attendere: il presidente del Consiglio ha convocato domani alle 15 una riunione con i sindaci dell’Anci. Già ieri, del resto, il ministro del Tesoro Gualtieri aveva annunciato novità per quanto riguarda le risorse da destinare ai Comuni. “Avvieremo da subito un tavolo di monitoraggio delle entrate degli enti locali: siamo pronti se necessario a integrare ulteriormente le risorse stanziate” ha spiegato il titolare del Mef. “Il lavoro è stato ultimato e già venerdì il primo miliardo di euro sarà trasferito a i nostri enti locali, con criteri che aiuteranno i Comuni a determinare l’intero ammontare di risorse”, ha aggiunto. Mentre sulla regolarizzazione temporanea dei lavoratori irregolari, che ha a lungo diviso la maggioranza, ha commentato: “Garantirà soprattutto in questo contesto di emergenza la dignità delle persone, la sicurezza sanitaria, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro”.

Articolo Precedente

Sondaggi, la Lega riprende quota. Tra i partiti di governo resiste solo il M5s. Tracollo di Italia Viva: perde un quarto dei consensi, frana all’1,5

next
Articolo Successivo

Calenda: “Recovery Plan proposto da Conte? Solo retorica, questa maggioranza non è in grado di realizzarlo”

next