“Sebbene sia una misura temporanea, la proposta franco-tedesca” per la nascita di un fondo da 500 miliardi di euro da dare come sussidi ai Paesi più colpiti dal coronavirus “è un grande passo in avanti verso un’unione fiscale e un’adeguata unione monetaria. Tutti gli europei beneficeranno di questa più stretta integrazione”. Così il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha espresso il suo sostegno alla proposta avanzata da Parigi e Berlino nella sua intervista pubblicata sull’edizione domenicale del giornale tedesco Die Welt. In cui ha chiarito anche che il nuovo Recovery Fund farà parte del bilancio Ue e di conseguenza le sovvenzioni saranno soggette a condizioni: “Il denaro deve essere utilizzato in modo da supportare priorità europee, come la digitalizzazione o la lotta ai cambiamenti climatici“. In pratica, Centeno propone che i fondi siano spesi non a discrezione dei governi nazionali ma per finanziare programmi europei nei diversi Paesi, come ha previsto Francesco Saraceno, docente a Sciences Po (Parigi), nella sua intervista a ilfattoquotidiano.it. Il ministro delle Finanze portoghese ha però anche difeso la posizione dei paesi dell’Europa del Sud, che si aspettano venga destinato loro gran parte del fondo: “Il denaro deve andare ai Paesi più colpiti dalla crisi”, ha detto a Die Zeit.

Nella sua intervista, Centeno ha spiegato che per superare la crisi “le riforme sono una parte naturale della risposta, in un certo senso. Una crisi sanitaria non deve portare allo smantellamento dei sistemi sociali e alla distruzione del nucleo del modello sociale europeo”. Per questo motivo, ha aggiunto “avremo bisogno di investimenti in digitalizzazione e clima. Ciò implicherà alcune riforme”. Il presidente dell’Eurogruppo ha però anche chiarito a Die Welt am Sonntag che “questo non significa politiche di recessione prociclica come quelle avute durante la crisi del debito sovrano. Oggi queste politiche sarebbero completamente fuori posto“. Un’altra domanda riguarda come distribuire le sovvenzioni. “Prima dobbiamo sapere di quanto ogni Paese ha bisogno”, ha spiegato il ministro portoghese. L’Italia ad esempio prevede di ricevere 100 miliardi di euro dal fondo. “Non sappiamo se 100 miliardi siano troppi o troppo pochi. La risposta alla crisi deve essere all’altezza della sfida e l’Italia è un Paese molto grande”, ha sottolineato.

Il quotidiano conservatore tedesco ha chiesto a Centeno anche che se in qualche modo si valuta ancora l’idea degli eurobond. Il recovery fund “è uno strumento temporaneo e ci sarà una tabella di marcia chiara per ripagare questo debito. Stiamo parlando di 20, 25 o addirittura 30 anni – ha replicato il portoghese – Questo periodo deve essere abbastanza lungo da poter ripagare i debiti senza mettere troppo a dura prova le finanze dell’Ue”. Sulla crescita del debito pubblico in molti paesi, Centeno ha rassicurato: “Se riusciamo a proteggere i lavoratori e le aziende ora, i livelli del debito scenderanno di nuovo non appena le restrizioni verranno revocate e ripartirà la crescita. I livelli probabilmente diminuiranno già l’anno prossimo“.

Anche per questo però il presidente dell’Eurogruppo ha esortato i governi europei a concordare rapidamente gli elementi chiave del Recovery Fund: “Sarebbe positivo se potessimo concordare le fondamenta del fondo per la ricostruzione prima dell’estate. Ciò significherebbe certezza per i cittadini, le imprese e i mercati e renderebbe più credibile la risposta dell’Ue”, ha affermato Centeno a Die Welt am Sonntag. Tuttavia, ha anche avvertito: “I negoziati in seno al Consiglio europeo saranno molto complicati“.

A rendere l’accordo complesso c’è infatti la posizione dei Paesi rigoristi, con Austria e Olanda in testa, che hanno presentato una controproposta in cui sono previsti solo prestiti. Eppure anche un falco come il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco durante la crisi del debito sovrano, non vede altra alternativa all’iniziativa franco-tedesca. Sempre a Die Welt, Schäuble ha dichiarato: “Se l’Europa vuole qualche possibilità, ora deve dimostrarsi solidale e capace di agire”. “Stiamo vivendo una recessione economica che non abbiamo mai sperimentato in vita nostra ed è possibile solo iniziare a vedere quale tumulto provocherà per le nostre società”, ha spiegato Schäuble.

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