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Contagion, lo sceneggiatore: “Gli scienziati ci dissero che sarebbe arrivata una pandemia. Era solo questione di “quando”

"Non trovo sia così sorprendente - ha raccontato lo sceneggiatore Scott Z. Burns a Slate.com - perché gli scienziati con i quali ho parlato, e ce n'erano molti, hanno detto tutti che si trattava di capire quando quello che accade nel film sarebbe accaduto"

di F. Q.

Il film Contagion, trasmesso ieri sera da Canale5, ha suscitato non poche polemiche con molti a chiedersi se fosse giusto mettere in palinsesto un film che narra una storia così simile a quella che stiamo vivendo.La pellicola racconta di un virus il MEV-1 che richiama in quasi tutti i punti il COVID-19: la stessa origine (arriva dalla Cina ma l’animale responsabile è il maiale), la sottovalutazione da parte delle autorità, il lockdown, la ricerca del paziente zero, il distanziamento sociale, la quarantena, le mascherine, i guanti, le file per fare la spesa, gli stessi sintomi con febbre alta e tosse. E ancora il complottismo, la ricerca del vaccino, le zone rosse, i camion militari che portano via le bare e anche l’ormai noto “andrà tutto bene”. “È stato molto strano per me che, sia sui social che nelle conversazioni con gli amici, le persone mi dicessero: ‘È incredibile quanto sia simile’. Non trovo sia così sorprendente – ha raccontato lo sceneggiatore Scott Z. Burns a Slate.com – perché gli scienziati con i quali ho parlato, e ce n’erano molti, hanno detto tutti che si trattava di capire quando quello che accade nel film sarebbe accaduto nella realtà, non se sarebbe mai accaduto”. Insomma, Burns dice di aver interpellato molti scienziati per scrivere una sceneggiatura che fosse credibile e che non esiste nessuna profezia, solo aver scelto di parlare con chi sapeva che quanto raccontato sarebbe successo, ma non sapeva quando.

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