La Grecia ha annullato il controverso stop alle richieste di asilo, adottato a marzo dopo che la Turchia aveva aperto le proprie frontiere ai migranti, causando scontri e tensioni: da una parte la polizia a presidiare i confini, dall’altra migliaia di persone che premevano per attraversare. L’annuncio è stato dato dal ministro per le Migrazioni Notis Mitarakis, spiegando che da questo momento in poi si tornerà “alle procedure normali”. Mitarakis ha spiegato che la decisione di congelare le domande era stata presa “a causa di una situazione eccezionale ai nostri confini, per proteggere la nostra sicurezza nazionale, l’ordine e la salute pubblici”. La decisione è stata annunciata durante una videoconferenza con la commissione per le Libertà civili del Parlamento Europeo.

Tra i temi affrontati dalla commissione anche la situazione dei rifugiati in Grecia: gli eurodeputati hanno parlato dell’impatto della crisi sanitaria dovuta al coronavirus, manifestando preoccupazione per il rischio di diffusione di Covid-19 nei campi. L’Ue e i suoi Stati membri devono aiutare la Grecia nella gestione delle frontiere, hanno sottolineato i deputati. Per questo si è accolto con favore l’impegno a trasferire 1.600 minori non accompagnati dalle isole greche ad altri paesi europei. Alcuni europarlamentari hanno chiesto che la ricollocazione si applichi anche ad altri richiedenti asilo e famiglie vulnerabili.

Cresce la preoccupazione per la nascita di possibili focolai nei campi di accoglienza sovraffollati, date le già deplorevoli condizioni di vita. Oggi infatti è stato isolato un campo profughi vicino ad Atene dopo che 21 rifugiati sono risultati positivi al coronavirus, tra cui una donna che ha partorito da poco: è il primo caso accertato in un campo di migranti. “Da oggi, la struttura è messa in isolamento sanitario per due settimane”, ha dichiarato il ministero dell’Immigrazione in una nota. La donna, proveniente dall’Africa, è risultata positiva dopo il parto in un ospedale di Atene a inizio settimana. Il ministero ha affermato che su 63 persone successivamente testate nel campo di Ritsona, circa 80 chilometri a nord di Atene, 20 sono risultate positive, ma senza sintomi. Personale medico aggiuntivo sarà inviato nell’area e tutti i residenti saranno sottoposti allo screening.