“Oggi internet è una risorsa preziosa e come tale va utilizzato”. Per il ministro per l’innovazione digitale, Paola Pisano, non bisogna abusare della rete: “Il traffico è aumentato molto – ha spiegato il ministro a SkyTg24 – Ci sono problematiche in alcune ore, per la crescita della fruizione di videogiochi o di streaming di intrattenimento, in fasce orarie pomeridiane, mentre prima questi flussi erano previsti in serata. Gli operatori non sono preparati ad avere dei picchi in momenti della giornata differente”.

Tutta colpa di un’infrastruttura di rete e di un network di accesso non adeguato a rispondere alle nuove esigenze della popolazione in tempi di coronavirus. In pratica, è come se sull’autostrada telematica, oltre al traffico di punta dei pendolari, si sommasse anche quello dei vacanzieri.

Non resta che chiedersi se con i cittadini costretti a casa per l’emergenza si rischi il collasso di Internet? “Non dovrebbe accadere, è molto difficile… tecnicamente ci sono tutti i mezzi per non far collassare la rete”, ha aggiunto la Pisano. Ma a scanso di equivoci, il presidente della Commissione tlc alla Camera, il leghista Alessandro Morelli, ha spiegato che è “prioritaria in questo momento l’efficienza del servizio per la sanità, per la sicurezza e per tutti gli italiani che in questo momento utilizzano internet per il lavoro e l’istruzione da remoto”.

Per questa ragione, Morelli ha fatto sapere che è in corso un monitoraggio delle “attuali condizioni della rete, fortemente compromessa dal carico di dati”, grazie ai contatti continui con i principali gestori. In realtà, l’intasamento è dovuto principalmente allo streaming video e gaming, che rappresentano circa l’80% del traffico.

Detto questo anche la “migrazione” della pubblica amministrazione sulla rete ha determinato un consistente aumento del traffico. “In aree come Milano e Roma, ora che molti hanno cominciato a lavorare da casa, il traffico è aumentato del 40% – ha spiegato Massimo Carboni, dirigente del Dipartimento Infrastrutture di GARR, la rete italiana dell’istruzione e della ricerca, 17.000 chilometri in fibra con una capacità complessiva di 3.5 Terabit al secondo – La saturazione comporta che dai 100 megabit garantiti dal gestore l’utente arrivi ad avere 40 megabit. È indubbio che siamo di fronte a limitazioni della banda e che, se quello che abbiamo ora è frutto di dieci anni di investimenti, non possiamo girare la manopola in due settimane e fare ciò che richiederà, invece, dai 24 ai 36 mesi”.

Secondo le rilevazioni di GARR, “l’accesso degli studenti agli streaming video delle lezioni e ai contenuti online ha generato nell’ultima settimana un aumento del traffico in upload del 60% rispetto alla media annuale”. Solo la fibra però ha la caratteristica di essere simmetrica, cioè di fornire la stessa banda per il download e l’upload (scaricare e caricare, ndr) dei dati. Di conseguenza l’infrastruttura in rame è meno efficiente e maggiormente sotto pressione.

“Internet non è certo stata progettata per il boom di connessione che sta vivendo, per fortuna esistono strumenti per evitare ingorghi e saturazioni, ma è altrettanto vero che per quanto possiamo sentirci ottimisti qualche problema sulle prestazioni ci sarà”, ha spiegato al Sole24Ore di giovedì 19 marzo, Paolo Campoli, responsabile settore service provider Europa della multinazionale americana Cisco.

Per il gruppo statunitense, il tasso di crescita sulle reti fisse è di circa il 30% l’anno. Dall’11 marzo, invece, sulle reti Cisco si è un verificato un incremento del traffico del 70 per cento. Detta in altri termini, in due settimane c’è stato un boom che normalmente avrebbe richiesto più di due anni.

Anche per questa ragione, con il Cura Italia, il governo ha tentato di spingere gli operatori ad investire nelle reti di nuova generazione. Non ci sono nuovi stanziamenti, ma un invito sostanzialmente a fare presto e bene. Il decreto ha anche allungato per la terza volta la vita al consiglio dell’Agcom, l’autorità di vigilanza per le telecomunicazioni, che ha subito sbloccato l’attivazione di 5mila cabinet Telecom nelle aree bianche, tagliando i tempi di autorizzazione da 30 a 10 giorni.

La decisione è in controtendenza rispetto alla multa da quasi mezzo miliardo comminata dall’Antitrust a Telecom proprio sul tema dell’attivazione dei cabinet. Ma il coronavirus ha richiesto un intervento d’emergenza che, in tempi normali, avrebbe suscitato la reazione della rivale Open Fiber, controllata dall’Enel e dalla Cassa Depositi e Prestiti.

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