Due famiglie di modelli, 500 e Panda, con le relative declinazioni di carrozzeria. È così che si comporrà la Fiat del futuro, una marca a due velocità, contemporaneamente premium e generalista, pronta a rilanciarsi dopo essere stata messa in secondo piano sotto il profilo degli investimenti in favore dei marchi più remunerativi di FCA, come Jeep. Nel corso di un’intervista al magazine francese L’Argus, Olivier François, presidente e ceo di Fiat, ha confermato che la Panda – che potrebbe anche chiamarsi in maniera diversa – sarà proposta in quattro varianti diverse per dimensioni e impostazione, ma tutte ispirate al concept Centoventi.

Un ventaglio completo di proposte a cavallo di quattro segmenti di mercato diversi: si inizia nel 2022, con due veicoli di taglia compatta che andranno a occupare il posto lasciato vacante dalla Punto, che per volere del compianto Sergio Marchionne non è stata mai sostituita perché ritenuta poco redditizia: il primo prenderà il posto della Panda, configurandosi quindi come una citycar a prova di ingorgo urbano ma con dimensioni leggermente superiori rispetto all’edizione attuale della best-seller Fiat. “Un’auto minimalista, cool, ma non a basso costo”, spiega il manager transalpino, che lo dice chiaro e tondo: “Sto annunciando il grande ritorno del marchio nel segmento B”.

Questa decisione smentisce il concetto ripetuto fino a qualche tempo fa dai vertici Fiat, ovvero che le auto appartenenti al segmento B non fossero abbastanza redditizie per essere prodotte. La spiegazione di questa retromarcia la dà lo stesso François: “Nel piano 2014-2018, Sergio Marchionne ha scelto di ottimizzare l’utilizzo del nostro capitale investendo nei segmenti di mercato in cui le fonti di redditività erano le più ovvie e immediate, come il marchio Jeep, poiché il mercato dei SUV è esploso, i pick-up e, come area geografica, gli Stati Uniti. A causa di questa scelta, Punto non è stato rinnovata”. In altri termini, non c’erano abbastanza soldi per svilupparla. Il secondo modello della famiglia Panda, invece, avrà dimensioni superiori e, molto probabilmente, un’impostazione più da crossover, come brama il mercato.

Di medesima foggia stilistica e progettuale sarà il terzo modello, un veicolo da 4,5 metri di lunghezza che manderà in pensione la Tipo e che farà da apripista a un’automobile dalle dimensioni ancora superiori. Questa filosofia costruttiva, secondo François, “permetterà di risolvere il problema di margini ridotti che caratterizza questi segmenti di mercato. A medio termine, quindi, avremo una gamma completa e molto rinnovata di sei modelli”.

Nel segmento A, invece, quello delle vetture di taglia ultracompatta, dovrebbe rimanere solo la 500, appartenente alla famiglia di modelli più glamour fra quelli offerti da FCA, che strizza l’occhiolino al patinato mondo delle vetture premium. La nuova generazione della 500 sarà offerta per la prima volta anche con motorizzazione 100% elettrica: è in rampa di lancio al Salone di Ginevra e che sarà lanciata sul mercato da settembre 2020.

“Manterremo la versione mild hybrid della 500 (fresca di presentazione, ndr) fino a quando vi sarà richiesta e capacità produttiva in fabbrica. Ma non intendiamo costruire i due modelli in parallelo per sempre”, spiega François: “Sviluppata su una nuova piattaforma, la nuova generazione sarà al 100% elettrica, quindi più costosa. Sarà una specie di Tesla urbana … Potrebbe volerci un po’ di tempo per conquistare il cuore dei clienti e il passaggio potrebbe non essere immediato. Sosterremo questo cambiamento con questa prima offerta di 500 mild hybrid, ma la grande ambizione è guidare uno ad uno tutti gli appassionati della 500 verso l’elettrico puro”.

Inoltre, il “cinquino” avvierà il processo di rinnovamento atteso per la 500X, che avrà un’erede. Contrariamente alla 500L che, invece, sarà sostituita da un modello concettualmente diverso. Tutti veicoli che, eccezion fatta per la vettura che verrà svelata alla kermesse elvetica, dovrebbero essere basati sulle piattaforme del gruppo PSA, con cui FCA si sta fondendo.

Purtroppo, nemmeno la 124 Spider avrà un’erede: “Ne vendiamo tra le 10 e le 12 mila unità all’anno. Non è né una famiglia né un modello urbano, non è elettrificato, posizionato su un segmento di nicchia e che, per quanto la 124 Spider bella, non rappresenta alcun vantaggio particolare per un produttore rispetto ad altri segmenti con un alto potenziale di volume e profitto. Non ha più senso economico proporla”.

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